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La criminalizzazione dell'amministrazione Bush
Non basta dire "Not in our Name"!
di Kéllia Ramares / 15 febbraio 2003

Mentre vi preparate per l'ultimo giro di marce e raduni, vi prego di considerare le persone contro la cui condotta protestate. Questi sono spietati usurpatori, imperialisti militaristi che hanno ripetutamente dimostrato che non gliene importa di quello che pensa il popolo. Guerrafondai, istigatori di paura, bugiardi.

Così Colin Powell viene sorpreso a citare un rapporto plagiato? Si va in Allarme Arancione (che ha seppellito in fretta la storia del plagio) e si comincia a far assomigliare New York e Washington a piazze d'armi. (Ehi, dove erano tutti quegli armamenti ed aeroplani la mattina dell'11 settembre 2001?)

Alcuni paesi della NATO e del Consiglio di Sicurezza dell'ONU non sono d'accordo con il programma? Facciamo venire fuori un altro "nastro di Osama bin Laden" e facciamo finta che esso provi una "società" tra bin Laden e Saddam Hussein, quando al massimo dimostra, persino assumendo che sia autentico, che Osama dice: "Il nemico del mio nemico è mio amico...per ora".

La Francia e la Germania non si inchinano alle intimidazioni del Segretario della Guerra Donald Rumsfeld sul loro essere "vecchia Europa" ed in particolare la Francia essere "un paese di seconda categoria"? Cominciamo a dire che vi potrebbero essere attacchi terroristici già questa settimana e la gente dovrebbe usare il nastro adesivo e fogli di plastica. (Nastro e copertura? o dovrei dire "Nastro adesivo, burro di noccioline ed acqua minerale: il pacchetto di stimolo economico per tutti noi).

E che fare se l'informatore la cui storia si crede abbia portato all'Allarme Arancione non riuscisse a passare la prova della macchina della verità? Citare altre fonti. Bisogna mantenere quell'Allarme Arancione! Dopo tutto, è comodo da usare per i giudici per dire: "Mi dispiace ragazzi, è troppo pericoloso marciare vicino all'ONU".

Dunque per favore che non vi sfiori l'idea che un qualunque ammontare di urla: "Cosa vogliamo, pace? Quando la vogliamo, ORA!" importerà qualcosa alla cabala di Bush. Nessun numero di celebrità sul podio, e nessun numero di cantanti, ballerini, tamburini ed artisti oratori che realizzeranno lo spettacolo di quanto sia diverso il movimento, significherà alcunché per questi bugiardi e guerrafondai. Certamente non l'ammontare delle grida “Not in our name” li dissuaderà dal bombardare l'Iraq. Andate avanti, rifiutate tutti la guerra. Ad essi non importa. Non stanno facendo questo per voi. Sicuro, stanno usando i vostri dollari delle tasse, stanno usando i vostri corpi e quelli dei vostri cari, ma questa guerra non è realmente in vostro nome. Questa è la loro guerra, per i loro scopi. I vostri corpi ed il vostro denaro sono solamente gli strumenti. Nessuno dà importanza alle opinioni degli strumenti.

E per favore, politici, (att. On. Barbara Lee), non parlate di mandarli via alle elezioni del 2004 o di riprendervi allora il Congresso. Avete mai realmente considerato che nel 2004 potrebbero non esserci elezioni? Che un tempestivo attacco bioterroristico potrebbe rendere troppo insicuro tenere delle elezioni?

Non fraintendetemi. Non sto dicendo che non dovete marciare. Più si fa meglio è. Ma dovete portare un messaggio che possa significare qualcosa per i guerrafondai. Dovete dirgli che le loro azioni avranno serie conseguenze, non nell'altro mondo, ma presto. Essi sanno che state marciando contro la guerra. Non preoccupatevi di pubblicizzarlo. Andate con cartelli che chiedono la messa in stato d'accusa.

Appoggio completamente la nonviolenza. Ma sembra che da qualche parte lungo la strada abbiamo dimenticato come essere militanti ed essere nonviolenti. La mia impressione del grande raduno di gennaio a San Francisco è stata che protestare stia diventando un'altra forma di intrattenimento. Come mi ha fatto notare un amico "Noi marciamo in strade vuote[cioè il Financial District di San Francisco durante il weekend], in una piazza vuota, dove ci parliamo e ci vendiamo cibo l'un l'altro".

Ricordate la caduta del blocco orientale? I dimostranti non riempivano le piazze con cartelli pieni di slogan di cortesia. Essi erano lì per uno scopo, sbarazzarsi dei loro regimi. Quello era il messaggio comune. Sì, il cambio di regime comincia in casa. Come lo facciamo in questo paese? Con l'impeachment. Una minaccia alle loro carriere potrebbe far alzare in piedi  ed accorgersene i guerrafondai.

Massicce richieste di impeachment manderebbe anche un messaggio al Congresso dal quale ci aspettiamo che abbia la spina dorsale per svolgere il proprio dovere costituzionale e che sosterremo nei suoi sforzi per fare la cosa giusta. Abbiamo bisogno di convincere il Congresso che per loro è politicamente necessario incriminare e non farlo è suicidio politico.

Cosa faranno i guerrafondai in risposta a grandi manifestazioni per l'impeachment non so. Data la loro spietatezza, la loro risposta ad una massiccia spinta all'impeachment potrebbe certamente causare un altro attacco terroristico sul nostro territorio. O potrebbe essere un altro sfortunato incidente aereo per un esplicito membro del congresso, che è il motivo per il quale l'impeachment deve essere avviato da un gruppo di circa 20 o 30 membri, non uno o due coraggiosi.

Ma certamente, ai candidi appelli per la pace verrà risposto con la guerra. Il modo migliore per fermare la guerra è tirare fuori i guerrafondai dalle posizioni dalle quali possono farla partire. Nel nostro paese un pacifico cambio di regime tra diverse elezioni viene compiuto con l'impeachment. Dato che l'opposizione di diversi paesi ha fatto rallentare la loro tabella di marcia, un impeachment potrebbe essere troppo per loro. Potrebbe aiutare altre nazioni in disaccordo con le azioni dei guerrafondai a trovare il coraggio per resistere e contarsi, il che darebbe ad altri membri del Congresso il coraggio di dire "Guarda, sempre più membri della comunità internazionale sono contro di noi" e così via.

Quindi dopo la marcia potete sostenere le vostre richieste di impeachment con altre forme di azione politica: Scrivere alle ambasciate di Francia, Germania, Belgio, Russia e Cina ed esprimere sostegno ai loro sforzi per raggiungere una soluzione pacifica della crisi irachena. Boicottare le grandi corporations che hanno finanziato il regime Bush. Continuare a chiedere una VERA indagine sui fatti dell'11 settembre 2001. Ottenere che il vostro consiglio comunale passi una risoluzione che chieda alla polizia locale di non collaborare con i federali (FBI) nella messa in pratica dell'incostituzionale “Patriot Act.” Spingere i vostri Senatori e Rappresentanti a non far passare il cd Patriot II, che Ashcroft ha in programma persino senza un altro attacco terroristico.

E se c'è un altro attacco terroristico, ovunque nel mondo, spegnete i media di regime, e cominciate a chiedervi quanto guadagneranno i guerrafondai dal terrore.

Ma mettete da parte gli appelli alla pace ed andate in strada chiedendo che Bush, Cheney, Rumsfeld, Ashcroft e Powell siano incriminati. Se non possiamo difendere la nostra Costituzione dobbiamo pure sederci a guardare il massacro alla televisione.