Antologia

da L’Idiota di FEDOR DOSTOEVSKIJ

In mezzo a tutto c’è questo di buono: che almeno non c’è molta sofferenza quando la testa si distacca – osservò. Sapete che cosa vi dirò? – continua il principe con ardore – L’osservazione che avete fatto adesso, la fanno tutti, e la ghigliottina è stata appunto inventata per questa ragione. A me, invece, balenò in mente anche allora questo pensiero: <<Non potrebbe darsi che questo sistema sia peggiore degli altri? Vi sembra forse ridicola e pazza questa supposizione?>>. Ma con un po’ di immaginazione un pensiero simile può anche avere la sua ragion d’essere. Guardate un po’: prendiamo la tortura, il dolore, le ferite e le sofferenze materiali distraggono il condannato dalla tortura morale, in modo che fino al momento della morte non si sentono altre torture che quelle della carne. Il vero dolore, invece, il dolore più forte, forse non consiste nelle ferite, ma nella coscienza, che, ecco, fra un’ora, poi fra dieci minuti, fra un mezzo minuto, adesso, subito, l’anima abbandonerà il corpo e si cesserà d’essere un uomo, e che tutto ciò è deciso e inevitabile, soprattutto la coscienza che ciò è inevitabile. >Il momento più terribile è quella quarta parte di un secondo in cui tu hai messo la testa proprio sotto il coltello e lo senti scivolare per colpirti (…).> La pena di morte che danno per un assassinio è un castigo sproporzionatamente grave. Un assassinio legale è cento volte peggio di un assassinio brigantesco (…). Chi ha detto che la natura umana può sopportarlo senza impazzire? Perché questo mostruoso e inutile vituperio? Può darsi che esista un uomo a cui sia stata letta la condanna a morte, cui sia stato chiesto di sopportare questa tortura e sia stato poi detto: <<Va’, ti perdoniamo>>. Un tale uomo potrebbe raccontare molte cose.