GuidaMacropolis

 

 

Il nome dell'Anticristo e l'anno della sua manifestazione (Fonte / Torna a Indice)

"Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tale cifra è 666" (Ap 13, 18).

In questo capitolo cercheremo di ubbidire al comando del Signore, il quale esige dai cristiani la conoscenza del nome dell'Anticristo, e per tal motivo affida il compito di "calcolare" il numero della Bestia. Vedremo in seguito quale metodo occorre per decifrare il nome dell'Anticristo. Per ora dobbiamo, innanzitutto, tenere a mente quanto detto sulla Triade infernale. Nell'analisi del numero utilizzeremo due discipline affini: la gematria e la numerologia.

1. CENNI STORICI DI GEMATRIA

La gematria è il metodo per decifrare il nome da un numero, attraverso l'addizione dei valori numerici delle lettere. L'arte di trascrivere le lettere associandovi valori collegati al loro ruolo numerico, o al loro posto nell'alfabeto, è stata a lungo praticata dalla più parte dei popoli della terra.

Era gai nota sotto il nome di 'gematria' presso gli antichi ebrei; veniva qualificata 'isopefia' dagli antichi greci; gli arabi la definivano 'hisab al jumal' o geomanzia, e i cinesi 'ha-doz'. L'alfabeto ebraico consta di 22 consonanti, mancano quindi le vocali, le quali furono aggiunte in epoca molto tarda (V-Vll sec. d.C.) per fissare la tradizione fonetica del testo biblico.

Nella scrittura ebraica non vi sono figure speciali per i numeri; a ciòsuppliscono le prime nove lettere dell'alfabeto per le unità , le successive nove per le decine, le ultime quattro assieme alle cinque lettere finali per le centinaia. Tale sistema di numerazione viene usato talvolta nelle Bibbie ebraiche correnti per indicare la successione dei versetti e dei capitoli nei singoli libri. II sistema numerico della lingua ebraica risultòpresto insufficiente. Si ricorse, pertanto, all'alfabeto greco nel rappresentare le cifre, che apparve notevolmente superiore a quello ebraico. L'alfabeto greco comprende 24 lettere: 7 vocali e 17 consonanti. Tali erano le lettere dell'alfabeto ionico-attico, come sappiamo dall' alfabeto di ‘Callia', citato dal documento di Ateneo. Restarono esclusi da questo alfabeto alcuni segni più antichi:

I vantaggi del sistema grafico greco sono incontestabili. Anzitutto è composto non di 22 lettere, come l'alfabeto ebraico, ma di 24 lettere che offrono un ventaglio più esteso di combinazioni. Inoltre, basta aggiungervi i tre caratteri digamma, koppa, e sampi, caduti in disuso, per pervenire al totale di 27 che fornisce tutte le cifre necessarie al calcolo. Per fare ciò, i greci si sono ispirati al metodo ebraico che, però, hanno migliorato. Le prime 8 lettere, da alfa a eta, completate da digamma, in sesta posizione, hanno fornite le unità ; le 8 seguenti, da iota a pi, alle quali si aggiungeva koppa, hanno fornito le decine; le ultime 8, da ro a omega, completate da sampi, hanno rappresentato le centinaia.

Ne deriva la trascrizione:

N.B. L'ordine è questo: alfabeto italiano (nome delle corrispondenti lettere in ebraico e in greco ) = il loro valore numerico.

ALFABETO EBRAICO

A (aleph) = 1

B (beith) = 2

C (kap) = 20

D (daleth) = 4

E (he) =5

F(pe) =80

G (ghimel) = 3

H (heth) = 8 1

(yod) =10

J (yod) = 10

K(kaf) =20

L (lamed) = 30

M (men) = 40

N (nun) = 50

0 (ayn) = 70

P(pe) =80

Q (qof) = 100

R (resh) = 200

S (sin) = 300

T (tau) = 400

U (uau) =6

V(uau) =6

W(uau) =6

X (samekh) = 60

Y (yod) = 10

Z (zain) = 7

ALFABETO GRECO

A (alfa) = 1

B (beta) = 2

C (cappa) =20

D (delta) = 4

E (epsilon) = 5

F (pi) =80

G (gamma) = 3

H (eta) =8

I (iota) = 10

J (digamma) = 6

K (theta=teta) = 9

L (lambda) = 30

M (mi) =40

N (ni) = 50

0 (omicron = 70

omega) = 700

P (csi) = 60

Q (koppa) = 90

R (ro) =100

S (sigma) = 200

T (tau) = 300

U (ipsilon) =400

V (fi) = 500

W (psi) = 800

X (chi) = 600

Y (sampi) = 900

Z (zeta) = 7

Grazie a questi valori numerici sarà  possibile analizzare il numero della bestia per risalire ai nomi ottenuti con il calcolo gematrico. Vedremo se i nomi sono validi e se è possibile calcolare quello esatto.

1.1 IL SENSO GEMATRICO DI 666

Dimostreremo che l'ipotesi gematrica di 666=Cesare Nerone non è corretta, e dunque non è sostenibile nè a livello storico, nè a livello esegetico, nè, tanto meno, a livello profetico. Si è giunti all'incredibile, quanta errata, trascrizione delle consonanti greche di Nerone Cesare in NRWN QSR, invece di NRN KSR dalla trascrizione completa Neron Kesar. La riduzione in consonanti delle due parole che compongono il presunto riferimento gematrico di 666 in Nerone Cesare, si spiega con il metodo ebraico che considera solo le consonanti, perchè in quella lingua si scrivevano originariamente solo le consonanti, mentre le vocali erano ritenute a mente. Pertanto, nella gematria ebraica il valore alfanumerico delle lettere prese in considerazione vale solo per le consonanti. Abbiamo cosi:

NRWN QSR: n =50+r = 200+w = 6+n = 50+q = 100+s = 60+r = 200:T 666

Ma, notate bene, il vizio di forma del calcolo gematrico. Chi lo ha applicato e chi lo sostiene mostra già  di non conoscere la gematria.

Infatti, NeRoN QeSaR dovrebbe essere calcolato sulla base dei valori numerici dell'alfabeto ebraico sulle consonanti NRN KSR e non sulle consonanti NR(W)N Q(X)R. Le lettere tra parentesi indicano quale sia l'interpolazione arbitraria per forzare il calcolo ed arrivare alla somma NRWR QXR = 666. In realtà , se calcoliamo sulla base delle vere consonanti di NeRoN QeSaR, abbiamo in ebraico la somma:

NRN QSR: n=50+r=200+n=50+q=109+s=300+r=200:T900

II valore numerico di Cesare Nerone è 900 e non 666. II numero 666 è la somma volutamente ottenuta dal risultato dell'interpolazione della lettera W (uau=6) e della sostituzione di S (sin=300) con la lettera X (sa- mekh=60) . Inoltre, Robert Graves mette in evidenza altri errori di questo calcolo gematrico: "La soluzione e basata sulla lingua ebraica: num (50); resh (200); waw (6); num (50)= Neron. Qoph (100); samekh (60); resh (200) = Kesar. Ma Nero in lati- no rimane Nero anche quando e scritto in ebraico, e Kesar, che significava "una testa coperta di capelli" in latino e "una corona" in ebraico (forse entrambe 1e parole derivano da una comune origine egea), dovrebbe essere scritto con un Kaph (20), non un qoph, che fa si che la somma dia soltanto 626".

Basterebbe questo per smontare l'ipotesi di 666 = Cesare Nerone. Ma vogliamo essere più esaustivi, affinchè non si ripeta e non si sostenga più questo errore esegetico. Consideriamo le due ipotesi sulle quali si basa la presunta soluzione dell'enigma gematrico. Infatti, la suddetta conclusione gematrica considera il valore alfanumerico della lingua ebraica. E qui siamo in errore, giacchè l'Apocalisse è stata scritta in greco, e su questa lingua bisogna ispirarsi per il corretto calcolo gematrico, senza ricorrere ad un presunto quanto inesistente originale ebraico. Dunque, bisogna partire per un corretto calcolo gematrico dal contesto linguistico di riferimento. Infatti, se al 666 applichiamo i valori alfanumerici delle lettere cinesi o arabe, avremmo altri significati, cui l'autore non pensava per nulla. E' questo il caso di Cesare Nerone. Ma non è tutto.

Oltre all'infondatezza gematrica, vi è un'insufficienza storica. Al tempo della stesura dell'Apocalisse (95-100), la Chiesa era perseguitata dall'imperatore Domiziano (81- 96). Nerone era già  morto da più di 25 anni (68 d.C.)! A livello esegetico, la cosa e ancora più seria, perchè si cerca di storicizzare l'Apocalisse, quando il giudizio esegetico è unanime nel ritenerlo uno scritto di teologia della storia in prospettiva storico-salvifica (cfr. Pesch 1982: 532-534). Inoltre bisogna considerare, nella prospettiva profetica-rivelativa, che se l'Anticristo fosse stato Nerone dovremmo essere già  nel Regno messianico, procuratoci dall'avvento della Parusia intermedia. Invece niente di tutto ciò; anzi, siamo ancora sotto il principato del diavolo (cfr. Ef 3, 10). E' incredibile come molti autori di grande spessore culturale, su questo argomento riferiscono o ammettono questa ipotesi senza sufficiente vaglio critico.

E' quanto fa in nota la Bibbia di Gerusalemme. Anche Ugo Vanni, massimo esperto italiano dell'Apocalisse, cade nel tranello, ma in maniera più vistosa degli altri commentatori. Addirittura afferma che i contemporanei di san Giovanni comprendevano il 666 come Cesare Nerone, perchè apparteneva al loro orizzonte storico (sic!). Conclusione: nessun enigma per gli antichi (cfr. Vanni 1991: 82-83). II 666 rappresenterebbe così un'artificiosa simbolizzazione aritmetica. E invece non ci risulta da nessuna fonte storica che gli antichi cristiani comprendessero tale enigma. Lo stesso Ireneo da Lione, il più noto degli studiosi di gematria fra i Padri della Chiesa, dopo aver decifrato il numero della bestia, in base all'alfabeto greco, ha ottenuto ben tre ipotesi: Euanthas, Lateinos e Teitan, e nessuna di queste coincide con quella supposta.

Ma ammette candidamente dopo tante prove: "Noi non ci arrischiamo ad affermare che senz'altro (l'Anticristo) avrà  questo nome. Se fosse stato opportuno che al nostro tempo fosse annunciato apertamente il suo nome, esso sarebbe stato certamente espresso dal veggente dell'Apocalisse. Ora egli indica il numero del nome perchè stiamo attenti alla sua venuta. Giovanni sa chi è, ma ne tace il nome, perchè non era conveniente che fosse annunciato dallo Spirito Santo.

Se fosse stato predetto da Lui, forse sarebbe durato a lungo; ma poichè 'fu e non è, ascenderà  dall'abisso e sarà  perduto' (Ap 17, 8). Come non esistesse più al presente, il suo nome non è stato annunziato: non si annunzia il nome di chi non esiste" (Ireneo 1984b: 229- 230). Sant'Ireneo, di poco posteriore all'autore dell'Apocalisse, non conosce la favola del 666=Cesare Nerone. Non conosce questa favola, perchè è stata inventata nel secolo scorso dall'eretico E. Renan e ripresa pedissequamente dagli esegeti contemporanei. Qualche copista distratto ha riportato il numero della bestia con la cifra 616 (codice C e pochi altri minori), per cui si ha di nuovo, usando ancora l'alfabeto ebraico, il significato gematrico di Qesar Domitianos (cfr. Prigent 1985: 429).

Anche per questa lezione, come per quella di Cesare Nerone, valgono le medesime argomentazioni critiche, tranne quella storica. Sant'Ireneo conosceva questa lezione, che si trova in pochi manoscritti, e il suo giudizio è negativo: "Credo che sia un errore del copista come avviene di solito, poichè i numeri sono indicati dalle lettere e facilmente la lettera greca che indica 60 potè cambiarsi in iota (=10)" (Ireneo 1984lb: 228). Col nuovo numero si hanno nuove soluzioni gematriche dal greco: Gaios Kesar(l'imperatore Galigola); Kesar theos (l'imperatore e Dio). Considerate le varie possibilità  date dall'impiego della gematria, già  sant'Ireneo affermava che era "più sicuro e senza pericolo attendere il compimento della profezia che fare elucubrazioni e divinazioni, perchè lo stesso nome puòessere espresso con molti nomi" (Ireneo 1984b: 229).

A sant'Ireneo si puòfar risalire l'interpretazione simbolica del numero della bestia. Essa ha racchiusi nel triplice 6 i caratteri del male, dell'apostasia e dell'idolatria, se riferiti ai 600 anni di Noè, più i 60 cubiti di altezza della statua di Nabucodonosor, più i 6 di base: totale 666 (cfr. Ireneo 1984b: 227). Sant'Ireneo lascia in sospeso il riferimento gematrico del 666, e passa all'indicazione numerologica come mediazione di contenuti teologici. In linea con la Tradizione abbiamo due illustri esegeti; P. Prigent: "...molto più importante gli (san Giovanni) doveva sembrare la sottolineatura, mediante il simbolismo insistente del numero sei, ripetuto per tre volte, del carattere satanico della Bestia imperiale" (Prigent 1985: 433); R. Penna: "Altro modo (per calcolare il numero 666) è dato da un confronto con un oracolo sibillino. Si parla di 'lesous', che viene spiegato con il numero 888, il risultato delle lettere greche:

Iesous:i=10+e=8+s=200+o=70+u=400+s=200: T888

(n.b.: se in ebraico si calcolano le consonanti, in greco si calcolano sia le consonanti che le vocali).

L'888 è il numero della perfezione. Se il 777 è già  il massimo, l'888 sarebbe l'incommensurabile. II 666 allora, sarebbe la deficienza, la carenza, la inferiorità  della bestia, perchè simbolo di una potenza solo apparente, come se si trattasse di una freccia spuntata. Sullo sfondo di questa interpretazione conviene dare al 666 questo significato invece di andare a cercare riferimento a qualche personaggio preciso" (Penna 1996: 18).

Mi chiedo come Penna possa sostenere che un numero perfetto come il 6, nella sua triplice ripetizione, sia il massimo dell'imperfezione. E' un paradosso matematico! il 666 è invece, come vedremo da un'attenta analisi numerologica, sia la compiutezza o ricapitolazione del tempo dell'iniquità , che la realtà  divina-umana nella sua più alta espressione. Precisato che l'analisi numerologica degli autori succitati è condotta per vie intuitive, rimane grande il merito di aver abbandonato il classico riferimento gematrico e aver lasciato il campo libero a nuove interpretazioni.

2. IL SENSO NUMEROLOGICO DI 666

Prima di entrare nell'analisi dei sensi deducibili dal numero della bestia, è utile una introduzione alla numerologia. Così abbiamo fatto per il metodo gematrico, affinchè il lettore possieda gli strumenti per valutare criticamente gli asserti profetici e accettarli con spirito critico.

2.1 CENNI STORICI DI NUMEROLOGIA

La teologia aritmetica è stata un elemento costante e ricorrente nel cristianesimo primitivo, tanto che sant'Agostino la giustificòin questi termini: 'Ignorare o sotto valutare il significato mistico dei numeri significa precludersi la comprensione di un'infinità  di nozioni contenute, in forma di raffigurazioni, nella Scrittura. Uno spirito nobile non rinuncerà  facilmente a cogliere il significato e la ragione dei quaranta giorni di digiuno di Mosè, di Elia e di Nostro Signore. E la chiave di questo mistero si trova unicamente riflettendo sul numero espresso (De Doctrina christiana).

Sant'Isidoro di Siviglia scrisse un trattato sui numeri sacri, Liber numerorum qui in Sanctis Scripturis occurunt, e numerosi Padri della Chiesa, come sant'Ireneo, lo stesso sant'Agostino e san Girolamo, dedicarono a questo argomento pagine fondamentali. I teologi cristiani definirono matesi (dal greco mathe  sis, insegnamento) la dottrina che si valeva dell'uso della metafisica unito a quello delle scienze matematiche, per definire le leggi della vita dell'universo. Gli specialisti di matesi furono, fino al XVII secolo, sacerdoti: il vescovo di Vigevano, Juan de Caramuel (Madrid 1606 - Vigevano 1682), scrisse sull'argomento molte opere, fra cui Mathesis audax (1660). Successivamente la matesi fu trascurata a un punto tale, dagli studiosi cristiani, che i filosofi rimproverarono ad essi di non sapere più ormai nemmeno che cosa essa fosse.

E' bene conoscere, per non confondersi, che vi sono altre numerologie le quali hanno altri contesti culturali e religiosi come il Pitagorismo, il Plotinismo, la Gnosi e la Cabala. Negli ultimi trent'anni vi è stata una ripresa della numerologia cristiana (cfr. le bibliografie di Lubac, 1972 e Scordato, 1988). Anche in campo scientifico non sono mancate delle scoperte che confermano indirettamente la validità  della ricerca numerologica. I numeri hanno un significato così pregnante di senso, da mettere in crisi la teoria del mondo sorto dal caos, da una 'materia' che si sarebbe organizzata da sola. II numero che mette in crisi queste strane teorie è il numero 0,618, che sta alla base, secondo i calcoli dei computer, di quel rapporto che fa si che una parte sia in proporzione armoniosa col tutto. Il numero, già  conosciuto dagli antichi, e detto 'sezione aurea', o 'numero d'oro', o 'proporzione divina'.

Lo si riscontra in geometria come in fisica, in botanica, in zoologia, in mineralogia, in chimica, nel microcosmo come nel macrocosmo, dagli organismi infinitamente piccoli sino agli enormi corpi celesti. Lo stesso corpo umano, quando le sue proporzioni sono perfette, è tagliato alla vita secondo il numero d'oro, e nel medesimo rapporto stanno i vari organi tra loro, dal naso all'alluce. Secondo V. Messori, è "assai più semplice e razionale, vedere in quello 0,618 il marchio del Dio creatore in incognito, la sigla del Creatore "nascosto" che semina tracce, indizi, impronte digitali per chi sappia vedere e pensare" (Messori 1993: 360).

2.2 IL LINGUAGGIO DEI NUMERI

Mi limito ad esporre le regole fondamentali necessarie per capire i calcoli, spesso straordinari, della numerologia. Innanzitutto sono importanti i primi dieci numeri. San Tommaso D'Aquino insegna che l'unità  è un tutt'uno indivisibile ed è il principio del numero, e che il numero è l'unità  che si ripete.

Aggiunge che il 10 è il primo e insuperabile limite dei numeri stessi. Oltre il 10, infatti, i numeri non continuano, ma ricominciano, creando nuove serie che si ripetono all'infinito, imitando la prima serie. La tipologia numerica, che qui esemplificheremo per i limiti imposti dal nostro lavoro, se da una parte coglie discontinuamente il significato simbolico di ciascun numero, dall'altra parte è da intendere come un discorso unitario e continuo volto a coniugare, proprio attraverso i numeri, la complessità  della realtà . L'accostamento indiscriminato di vari esempi all'interno dello stesso numero, non deve esimere dall'analisi diacronica - sincronica che punti alla specificità  di senso che un numero assume nel contesto in cui viene utilizzato.

L'UNO

L'unità  è il primo di tutti i numeri, non solo perchè è il primo dei numeri primi dispari, di essenza maschile, ma perchè da inizio a qualunque numerazione, e genera esso stesso, attraverso la propria ripetizione. Non è multiplo di nessuno ed è divisore di tutti. Da qui derivano tutte le sue proprietà  e i suoi significati. L'uno è dunque, l'unità  che comprende l'idea dell'infinito numerico, quella di equilibrio, di uguaglianza (1 è uguale a 1) e di immutevolezza (L'unico termine di paragone per l'1 è l'1 stesso).

L'uno indica l'unità  di Dio, l'unicità  della persona di Gesù Cristo, L'unità  della Chiesa e del genere umano. Al di la di una conta qualsiasi, nell'unità  viene riconosciuto e ricercato quello che è fondante, anche se in maniera differenziata, per l'esistenza umana, per il cosmo e per Dio stesso. L'uno è associato alla luce (Gn 1,3: "Dio disse 'Sia la luce!'. E la luce fu"), che viene separata dalle tenebre, il non-uno (è lo zero), e Dio chiama la luce giorno e le tenebre notte. Le tenebre precedono la creazione della luce (come lo zero precede l'uno), non appartengono con l'azione divina e, tuttavia, convivono dialetticamente all'opera creativa: giorno e notte.

Vi è qui un significato cronologico, ma anche teologico. Viviamo nel tempo della prova, della lotta tra la luce e le tenebre, grazia e peccato, Dio e Satana, prima di entrare nella nuova creazione.

Sant'Agostino intravede nel primo giorno, la creazione per mezzo del Verbo, degli angeli e la loro prova: "Illuminati da quella stessa luce che li aveva creati, divennero Luce e furono chiamati giorno per la loro partecipazione alla luce e al giorno immutabile, al Verbo di Dio, mediante il quale essi stessi e tutte le altre cose furono fatti. II Lume vero, che illumina ogni uomo che viene in questo mondo, illumina anche ogni angelo che sia mondo, cosicchè sia luce, non in sè stesso ma in Dio. Se l'angelo si distoglie da Dio, diviene immondo; tali sono tutti quelli che chiamiamo spiriti immondi, non più luce in Dio, ma tenebra in sè stessi, privati come sono della partecipazione della luce eterna" (Agostino 1992: 460-461).

Pertanto, la creazione nasce sotto il segno degli opposti, luce e tenebra. Ogni nuovo inizio comporta delle tenebre iniziali, e una rinnovata conflittualità . Una conferma la troviamo nel confronto tra Genesi 1,3 con Luca 23, 44: "Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclisso e si fece buio su tutta la terra fino alle tre di pomeriggio". Allora sembrava che le tenebre avessero vinto la sfida, ma è Gesù che dice l'ultima parola, con la sua luminosa risurrezione. Gesù è la nuova luce del creato, il nuovo inizio, in nuovo Adamo, l'uomo della creazione e della ricreazione (cfr. anche il prologo di Giovanni), è la ricapitolazione di tutto il creato, per mezzo del quale tutto è stato fatto.

IL DUE

II binario è la seconda forma del numero. E', a un tempo, la prima e unica rappresentazione dei numeri primi pari, di essenza maschile, la figurazione della coppia e il fondamento del trio. Restituisce l'unità  attraverso la sua stessa deduzione, ma se ne allontana attraverso la moltiplicazione. I cristiani definivano il 2 l'immondus numerus (il numero impuro), poichè era quello che cominciava ad allontanarsi dall'unità . Evoca, inoltre, l'idea dell'accoppiamento e, di conseguenza, del peccato. Sant'Agostino lottòcontro questo pregiudizio, affermando che il 2 esprimeva la consolazione e la grazia, perchè Cristo era rimasto 2 giorni presso le samaritane, e aveva inviato i suoi apostoli a 2 a 2 a convertire le città  della Giudea. Quando Mosè fu sul Sinai, il Signore gli parlòa lungo e, fra l'altro, per un olocausto perpetuo gli ordino di sacrificare sull'altare 2 agnelli, uno al mattino e uno alla sera (Es 29, 38). Cosi pure, quando nel deserto di Sion lo stesso Mosè alzòla mano e percosse 2 volte con la verga la pietra, ne scaturirono acque abbondantissime ed il popolo e il bestiame bevettero (Nm 20, 11).

Ma esiste un'infinità  di altri esempi: il Signore sarà  capace di ridare la vita dopo due giorni (Os 6,2); Erode ordinerà  che siano uccisi in Betlemme tutti i fanciulli 'dall'eta di 2 anni in giù (Mc 24, 72); il digiuno si praticherà  '2 volte alla settimana' (Lc 18,12). II ritmo binario è decisivo nella interpretazione della realtà : cielo-terra, corpo-spirito, maschio - femmina, uomo-Dio, Antico-Nuovo Testamento, natura-grazia, Chiesa - mondo, storia - eschaton... sono tutti accostamenti binari risolvibili in linea o di congiunzione o di disgiunzione.

IL TRE

II ternario risulta evidentemente dall'unione del binario con l'unità  (2+1). Secondo fra i numeri primi, la sua essenza è incerta, quindi segna la riuscita, il compimento, la sosta e l'artificio. Si trova alla base di qualunque dinamismo. II 3, considerato il numero perfetto, annuncia la manifestazione:

padre - madre - figlio, essere - conoscenza - beatitudine. Descrive la triplicità  dell'essere vivente, riunificando i tre ordini: fisico (corpo), intellettuale (anima) e spirituale (spirito). II 3 indica, per il significato di completezza e perfezione, la Trinità : Padre - Figlio - Spirito Santo. Nel terzo giorno dalla crocifissione si è manifestato Gesù Risorto, per cui riscontriamo, nel Cristo, una triplice progressione (1) dal divino (2) all'umano, in virtù dell'incarnazione (3) che da, per mezzo dello Spirito, il Cristo divinizzato, riconducibile allo schema: il Verbo di Dio - Gesù di Nazareth - Cristo Risorto.

Pertanto, Cristo Risorto è la manifestazione del triplice movimento salvifico. Anche i cristiani, all'interno dell'economia della salvezza, ad immagine del triplice movimento salvifico, compiono un triplice passaggio dalla dimensione adamitica (Adamo, e quindi sotto il peccato), alla dimensione cristica (Cristo, nuovo Adamo, e quindi sotto la grazia), alla dimensione pneumatica (nello Spirito da trasfigurati nel regno della Gerusalemme messianica e da risorti nella Gerusalemme celeste). La dimensione pneumatica dell'umanità  è la manifestazione del triplice movimento all'interno dell'economia della salvezza.

Ma il numero 3 non basta a definire compiutamente la Trinità  cristiana. Essa esprime più la conta delle Persone divine, che la loro "qualità ", che simbolicamente va espressa, secondo una corretta indicazione numerologica, nel numero 333. Questa nuova impostazione numerologica va chiarita all'interno della Teologia trinitaria (De Uno et Trino), nella quale si afferma che Dio è Uno e Trino, non per un paradosso matematico, ma per la potenza dello Spirito, il quale fa sì che una Persona divina sia in realtà  tre, e tre in uno. Tre sono le Persone divine, ma un'unica è la natura divina.

In realtà , il Padre è sempre con il Figlio e con lo Spirito Santo, il Figlio è con il Padre e lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo sta sempre con il Padre e con il Figlio. Per tal motivo, indicare la Trinità  semplicemente col numero 3 non è sufficiente ad indicarne numerologicamente tutta la ricchezza simbolica. Per questo occorre il triplice tre, il 333. Troviamo nel Vangelo un riscontro alla teologia trinitaria.

Gesù, alla domanda di Tommaso di manifestare il Padre, da di esso una manifestazione ternaria. Infatti, alla domanda: 'Dov'è tuo Padre?' rispose: 'Voi non conoscete nè me nè il Padre; se conoscete me, conoscereste anche il Padre mio' (Gv 8,30; ancor più chiaramente: Gv 14, 6-11). Lo Spirito Santo è implicito in questa formula binaria (Padre-Figlio) che indica compiutamente la Trinità . In Gesù di Nazareth operava la Trinità  intera, non solo il Verbo, come qualcuno incautamente potrebbe pensare. Ma questo lo comprendiamo solo nello Spirito e nella verità  (cfr. Gv 4, 23-24), e non se giudichiamo secondo la carne (Gv 8,15).

Tuttavia, il numero 3 esprime semplicemente il numero della Trinità . Tant'è che in un altro messaggio celeste, lo si usa per indicare la partecipazione della Trinità  alla Crocifissione, testimoniata dall'immagine della Sacra Sindone: "(...) quel prodigio di luce, dovuto all'effetto del negativo della Sindone, presenta Gesù Cristo nella sua divinità : l'aureola è la sua santità , la luce che egli racchiudeva in sè; poi la cifra '3', che riproduce il sangue sulla fronte, è la testimonianza che la Santa Trinità , Padre, Figlio e Spirito Santo, avevano partecipato perfettamente al santo Sacrificio della Vittima santissima" (Beghe 1996: 65). Penso che ormai sia chiaro che il Signore, nel comunicare con l'uomo, usa tutti i linguaggi, compreso quello "numerologico".

IL QUATTRO

II quaternario simboleggia la forza per eccellenza, poichè completa il ternario attraverso il suo prodotto. Riconcilia (1+3) l'unità  ritrosa alla trinità  sovrana. Rappresenta il numero della stabilità  e dell'equilibrio. E' la manifestazione del molteplice. E' il numero del mondo. San Giovanni, nell'Apocalisse, ha descritto i quattro attributi di Dio (Sapienza, Potenza, Onniscienza e Creazione) sotto forma di quattro esseri con il corpo interamente coperto di occhi. Quattro sono gli evangelisti. Sono 4 le lettere che compongono il primitivo nome ebraico di Dio (YHWH) ed anche quello del primo uomo (Adam), ma il valore mistico della cifra 4 si ha tenendo presente che in tutti i marchi in cui essa figura, assume una forma grafica che è esattamente quella di una croce. Quattro sono, infatti, i bracci della croce. Sempre nell'Apocalisse, 4 sono i viventi, cioè l'insieme dei viventi nel mondo della luce (quattro da l'idea dell'universalità ). E non si dimentichi che 4 sono i cavalieri che scatenano i 4 flagelli maggiori e che i colori dei loro cavalli corrispondono a quelli dei punti cardinali, come se volessero significare l'universalità  di un'azione nel tempo e nello spazio: il bianco è l'est, l'alba; il rosso, il sud o il mezzogiorno; il verdemare, l'ovest ed il crepuscolo; il nero, il nord è la notte. Simbolicamente significativi, nella Bibbia, sono inoltre: le 4 mura della Gerusalemme celeste e i 4 territori delle dodici tribù d'Israele, nonchè i 4 emblemi di queste tribù, una per ciascun gruppo ternario: il leone, il toro, l'uomo e l'aquila. l 4 animali corrispondenti ai 4 evangelisti, profetizzati da Ez 1, 5-11. Quattro sono pure le bestie di Dn 7, 3, e 4 sono i tremendi giudizi che attende Gerusalemme in Ez 14, 21. 114 è dunque il numero delle rivelazioni in Ap e nei quattro evangelisti.

 IL CINQUE

II quinario opera l'unione tra il principio celeste indivisibile (3) e il principio materno divisibile (2), tra il primo pari e il primo dispari. Anche la sua posizione centrale tra i primi 9 numeri sottolinea la sua qualità  di punto d'unione e di forza coordinatrice che consente di esprimere l'animazione, la vitalità  di un organismo a partire da un centro. E' il numero dell'unione, il numero nuziale, composto dal maschio 3 e dalla femmina 2. E', in definitiva, il numero dell'uomo. Sono molti i passi biblici che ricordano il 5. Nel Levitico: "Cinque di voi insegneranno a cento stranieri" (26,8); la moltiplicazione dei cinque pani (Mt 14,17); la divisione delle dieci vergini, in cinque stolte e cinque prudenti (Mt 25,2); la venuta di Gesù sulla terra foriera di fuoco e divisione, per cui Egli disse. "Pensate voi ch'io sia venuto a portare pace sopra la terra? No, lo vi dico, ma divisione, poichè d'ora in poi saranno cinque in una casa, divisi tre contro due e due contro tre" (Lc 12,52). Solo nell'Apocalisse questo numero acquista un valore diverso, in sostituzione di un periodo indeterminato: "E fu loro dato non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi" (Ap 9,5); ed anche: "... il loro potere era quello di far male agli uomini per cinque mesi "(9,10).

IL SEI

II senario è un numero perfetto perchè circolare. Composto di due volte il numero tre. Si porta appresso tutto il simbolismo dei cosiddetti numeri doppi, ed è collocato, nell'ordine progressivo, numerico tra il cinque e il sette. E' il risultato del prodotto di 2 x 3, e questa moltiplicazione del femminile col maschile simbolizza l'atto sessuale. E' anche considerato il numero dell'opera: l'opera della creazione dell'uomo, della creazione del mondo (Gn 1, 26-31), e della redenzione (Gesù fu crocifisso nel sesto giorno, secondo il calendario ebraico).

Nel numero 6 è insito il concetto di opposizione, come del resto si vede anche in un'interpretazione astronomica originaria del sei, indicante come una 'falce lunare calante', a differenza del nove che, sempre graficamente parlando, costituisce il suo contrario per cui appare simile ad una 'falce lunare crescente'. Ciòsembra far parte dell'intima costituzione del sei, che è anche da ricercarsi in un'altra più diffusa spiegazione simbolica che gli stessi numerologi ci suggeriscono: quella della 'creatura' che si contrappone o si distingue dal Creatore, in un equilibrio indefinito. E proprio qui si trova la sorgente di tutte le ambivalenze di questa cifra, la quale accoglie in sè due complessi di attività  ternaria che la fanno oscillare ora verso il bene ed ora verso il male, ora verso Dio ed ora verso Satana; sempre per una sua scelta consapevole, non per una intrinseca natura malvagia. II sei è, dunque, il numero dei doni reciproci e degli antagonismi, dell'egoismo e dell'altruismo, dell'amore e dell'odio, della lotta e della paternità , del libero arbitrio e del destino mistico.

Questa ambivalenza del numero si riscontra nella Bibbia. Si ha l'imposizione di un lavoro umano di sei giorni con il riposo del settimo (Es 20, 9); nel sesto giorno fu creato l'uomo (Gn 1, 27-31); dopo l'ascesa di Mosè sul Sinai, la gloria del Signore coprì il monte con la nuvola per sei giorni e, al settimo, Dio chiamo Mosè di mezzo alla nuvola stessa (Es 24, 16); alle nozze di Cana, sei furono le idrie di acqua mutate in vino (Gv 2, 6).

Nell'Apocalisse si nota che il numero sei ha un significato nettamente peggiorativo: è il numero dell'Anticristo, ma ripetuto per tre volte nel numero 666 (Ap 13, 18). Solo con una spiegazione numerologica, come vedremo in seguito, possiamo ricavare i sensi nascosti di questo numero.

IL SETTE

II settenario è il numero biblico per eccellenza. Rappresenta i giorni della creazione è il settimo in particolare del riposo di Dio. Costituisce l'ossatura del modulo della "settimana universale". II sette non e divisibile che per 1 e per sè stesso: è quindi un ritorno all'Uno. E' composto da 3+4 simbolo della riunificazione tra il maschile e il femminile; tra i tre livelli (corpo, anima e spirito) e le quattro qualità  della coscienza (pensiero, sentimento, intuizione e sensazione); tra la trinità  e il mondo

(=terra, aria, acqua e fuoco). II sette sancisce un ciclo completo. E' la perfezione dinamica che contiene in sè il germe del cambiamento e di una nuova fase: 7 i giorni della settimana (7 x 4 = 28, cioè il ciclo della luna, ma anche la somma dei primi 7 numeri: 1+2+3+4+5+6+7 = 28).

La Parusia intermedia è da inquadrare, in questo contesto, all'interno della "settimana universale".

La manifestazione gloriosa di Cristo, dopo la sconfitta dell'Anticristo che ricapitolerà  in sè il tempo dell'iniquità  (= 6, o sesto millennio), darà  inizio ad un nuovo ciclo (= 7, o settimo millennio). Ignorando questo contesto, la maggior parte dei teologi affermano la venuta repentina di Cristo Risorto, basandosi sul 'Grande Equivoco' di sant'Agostino.

II numero sette è presente 77 volte nell'Antico Testamento. Sono 7 le trecce della chioma di Sansone; e 7 le abluzioni di Naaman nel Giordano. II fanciullo risuscitato da Eliseo sbadiglia 7 volte. Perchè 7 volte? Secondo gli esegeti, perchè egli ritorna alla vita solo grazie ai 7 doni dello Spirito Santo. Clemente Alessandrino considera il 7 numero vergine e privo di madre, non genera ed è ingenerato. Nessun numero pari e dispari che lo precede lo produce per moltiplicazione, e il 7 stesso non produce alcun numero nella prima decade.

Lo Spirito Santo, nel suo numero radicale, è 7, perchè opera sul 4 e sul 3, cioè sull'anima e sul corpo. Dopo 7 giorni, le acque del Diluvio inondarono la terra (Gn 7,10). Sette furono i pani che Gesù, spezzando, diede ordine ai discepoli di distribuire al popolo (Mc 8, 5). E a Pietro che gli chiedeva quante volte dovesse perdonare suo fratello, rispose: "Non dico fino a 7, ma fino a 70 volte 7" (Mt 18, 22). Per una conferma carismatica della "settimana universale" e dell'entrata dell'umanità  nel settimo millennio, è interessante quanto afferma J. E. Gehrer: "La voce interiore specificò: 'Si, voi vi alzate all'alba di un giorno nuovo. Presso Dio, mille anni sono come un giorno, e questo giorno (questo lasso di tempo) sarà  simile a una Domenica, l'era dello Spirito Santo. Mi sembrava che (simbolicamente) 4.000 anni (la storia della salvezza nell'Antico Testamento) fossero attribuiti al Padre, 2000 anni (nel Nuovo Testamento) fossero attribuiti al Figlio, e 1.000 anni fossero attribuiti allo Spirito Santo (come Nuova Creazione del Cielo e della Terra" (Coeur Unis de Jesus et de Marie).

L'OTTO

L'ottonario ci viene tramandato fin dall'origine come frutto di una combinazione ottimale, che è appunto quella del 4+4, per cui la sua simbologia si basa prevalentemente su quanto si è detto a proposito dei cosiddetti numeri doppi. Poichè il due presenta già  in se la pluralità , lo stesso duale si trova spesso usato per indicare a volte il plurale. Tutti i numeri doppi, multipli del due, intendono perciòricordarlo quale frutto di una coppia che si trova all'origine dell'umanità . Infatti, secondo il calcolo delle generazioni presenti nella Bibbia, confermato anche da una rivelazione privata (cfr. C. Emmerich), l'origine dell'umanità  risale al 4004 a.C., fonte delle date inserite più tardi ai margini della Bibbia, secondo le quali la creazione dell'uomo (Adamo ed Eva) è iniziata nell'anno 4004 a.C. L'otto indica l'eternità , perchè nell'ottavo giorno avvenne la risurrezione di Gesù. All'interno del modulo della "settimana universale", l'ottavo giorno rappresenta l'entrata nell'eternità : beata da risorti per i giusti, maledetta per gli empi.

La radice primordiale della nascita di Adamo, 4004 a.C., da 8 (4+0+0+4). Dunque, sotto il segno dell'ottonario abbiamo sia la nascita dell'umanità  nel tempo, sia la sua rinascita nell'eternità , con la risurrezione generale dei morti. La Parusia ottonaria si colloca in questo contesto. Divina è ritenuta la metafisica del 7+1, in quanto, in queste combinazioni, l'Uno si fonde col settenario. E ciòè quanto si è potuto conoscere tangibilmente quaggiù nel Figlio di Dio.

Non è così per il Padre; nessuno ha potuto vedere Lui, ne lo vedrà  in questo mondo, se ciònon avviene per il tramite dell'Ottonario divino (Gesù =888). II numero otto indica anche l'azione del divino nell'umano, perchè l'umano si divinizzi. Costituisce inoltre i due opposti nella loro manifestazione: cielo e terra, divino e umano, ascesa e discesa, superiore ed inferiore, Dio è l'uomo nella figura di Cristo, la cui vita terrena passa attraverso tre momenti essenziali: quello dell'ottavo giorno di vita in cui venne circonciso, quello del discorso della montagna sulle otto beatitudini, e quello dell'ottavo giorno in cui risuscito. Ecco perchè l'ottavo giorno annuncia l'era futura eterna, il compimento delle Scritture, non solo, quindi, la Risurrezione di Cristo, ma anche quella dell'uomo.

L'ottavo giorno viene cosi a configurarsi come la data dell'intervento divino nel mondo e la ricapitolazione di tutte le cose in Dio, compreso il tempo. Tutto questo è spiegato splendidamente in questo messaggio: "II cielo e la terra sono pieni della sua santa grazia. Essendo terminato il riposo di Dio, il tempo rientra nel centro della vita in Dio, che è il principio e la fine di tutte le cose, sulla terra come in cielo. L'ottavo giorno è l'istante in cui voi passerete da questa vita nella mia vita, nella vita per la quale il Signore vi ha concepiti nel suo amore di Padre. La vostra vita interiore è di Dio. Egli ve ne chiederà  conto in questo ottavo giorno, con gioia, per benedirla e ridarvi ciòche avete perduto durante il vostro pellegrinaggio terreno. E' detto che tutto deve ritornare a Dio. Poichè siamo nel tempo in cui il dominio infernale fa tante rovine, anche fra gli eletti, Dio ha fissato la sua data, il suo orologio si è fermato a quell'istante, scelto dalla sua santa grazia, in cui rientrerete tutti in quel momento in cui Dio si mostrerà  Maestro supremo sgominando il male" (J.N.S.R. 1995: 38).

IL NOVE

II novenario, a qualunque potenza lo si elevi, da come risultato un numero la cui somma delle cifre (radice primordiale) rende sempre nove. Se la successione numerica si dispone poi in un circolo come in una spirale, si ha modo di costatare come ogni novenario si chiude dando origine, con un numero terminante con zero, ad un successivo novenario. La successione delle potenze del nove, da origine ad un novenario costituito di cicli ternari, nei cui numeri composti di due cifre si verifica che la somma rende sempre nove. Si ha poi un susseguirsi di numeri di due cifre, che a loro volta procedono di novenario in novenario dall'1 al 9 e, retrocedendo, dal 9 all'1, giustificando la maggior perfezione della successione stessa.

Nove è dunque simbolo di perfezione, giacchè frutto dell'unità  di tre ternari. Si puòdire che il nove, con la sua ciclicità  ternaria, richiama alla mente la concezione della stessa Trinità . Al richiamo della concezione della Trinità , implicita nella ciclicità  ternaria del nove. Infatti il calcolo numerologico, 333 indicato per tre volte, cioè moltiplicato per tre, dimostra la manifestazione della Trinità  col numero 999. Mentre il 333 indicato una volta, cioè per uno, dimostra l'unità  della Trinità . Si ravvisano nel novenario le tre triadi nelle suddivisioni delle gerarchie angeliche, ricordate dagli Ebrei e dai primi cristiani, che sono suddivisi in tre triadi di cori. Ciòsignifica la perfezione della perfezione, l'ordine nell'ordine e l'unità  nell'unità , come scrive lo Pseudo- Dionigi Areopagita. II numero nove ha nella Bibbia quasi sempre un valore temporale, infatti il nono mese si ha la benedizione, e nell'ora nona, secondo il calendario giuliano, Gesù gridòa gran voce: "Eloi, Eloi, lamma sabactani", quindi morì.

IL DIECI

II decenario, infine, è la massima realizzazione è il culmine della serie. Rappresenta la conoscenza completa, assoluta. Lo ricordiamo nei dieci comandamenti e nella parabola dei talenti: "Toglietegli, dunque, il talento che ha e datelo a colui che ha dieci talenti" (Mt 24,28).

2.3 LA GRAMMATICA DEI NUMERI

II numero presenta proprie modalità  d'uso legate alla sua natura. I contenuti di cui si fa portatore, diventano valori dinamici all'incrocio delle diverse operazioni che vi si possono intrecciare. Senza pretesa di essere esaustivi, ricordiamo le operazioni più frequenti. La somma di due numeri porta a un nuovo significato unitario, risultante dagli addendi; la moltiplicazione allarga le proprietà  dei singoli fattori; il quadrato e la moltiplicazione per 10 danno intensità  ed ampiezza ad un fatto, e il cubo gli rende consistenza e solidità .

Per esempio, restando legati ai numeri interessati al settenario, il 7 puòrisultare dalla somma di 3+4, assumendo per ciòstesso, le proprietà  tipiche dei due addendi: la divinità  e la mondanità . II 12 è prodotto dalla moltiplicazione del 3 per 4, e suole rappresentare l'estensione spaziale di un fatto; in contesto cristiano, per esempio, la diffusione delle Tre divine persone per i quattro punti cardinali viene realizzata attraverso la predicazione dei 12 Apostoli. Così il 49, numero base della Pentecoste, come quadrato del 7, porta alla piena realizzazione del settenario sul piano individuale e comunitario, mentre il 70 esprime piuttosto la pienezza in senso temporale.

Un numero, inoltre, si puòconnotare rispetto ad un altro principale sia per difetto che per eccesso. E' il caso dell'11 che, rispetto al 10, simbolo della perfezione del decalogo e somma aurea di 3+7, esprime la trasgressione. Gli strumenti privilegiati della numerologia restano le addizioni, visto che una delle loro successioni è all'origine di tutta la serie dei numeri interi positivi e si suppone, perciò, che esprimano le leggi segrete della creazione del mondo stesso.

Attraverso l'addizione otteniamo la somma di tutte le cifre che esprimono ogni numero, per poi ridurle alla loro radice primordiale. Da 10 si otterrà  dunque 1+0=1, da 11T=1+1=2 e 12T=1+2=3 e cosi di seguito. Questo metodo ha un limite. I numeri superiori a 45 danno la somma composta da due cifre, secondo il modello 46T=4+6=10, e oltre. Tali somme sono definite radici transitorie primordiali, poichè si prestano a un'ulteriore riduzione secondo lo schema: 46T=10 e 10T=1+0=1. Tali radici sono state già  applicate per dedurre l'ottonario primordiale dall'anno di nascita di Adamo, nel 4004 a.C., e per ricavare il senso ciclico del novenario. In seguito, cercheremo di applicare le radici primordiali ad altri numeri, al fine di svelare il loro contenuto simbolico.

3.1 IL SENSO SIMBOLICO DEL NUMERO 666

II primo senso che si evince dal numero 666 è quello simbolico. Lo ricaviamo considerando non un singolo versetto, ma dal contesto generale del libro dell'Apocalisse. In J.N.S.R. si deduce che molto presto il nome dell'Anticristo sarà  conosciuto: "La Bestia sta vomitando sul mondo intero le sue ultime prodezze, le più micidiali. II suo marchio non potrà  restare nascosto, perchè colui che la cavalca, colui che è il suo cavaliere e la conduce come un cieco destriero, costui non puòpiù restare nascosto e il suo nome sarà  presto scoperto" (J.N.S.R. 1996: 132). In Ap 13,18, il numero della Bestia rappresenta un nome d'uomo. Focalizziamo per ora la parola 'nome'.

Abbiamo in precedenza calcolato il valore gematrico di 666, e siamo giunti alla conclusione che è meglio sospendere ogni esercizio gematrico, non perchè non sia valido, anzi lo raccomandiamo al lettore, ma perchè il numero si presta ad una infinità  di combinazioni. Pertanto, è bene comprendere il valore simbolico del numero della Bestia. Se l'evangelista afferma che l'Anticristo ha un nome, ciòsignifica che egli è innanzitutto una realtà  personale.

II nome nelle Sacre Scritture indica infatti la natura e la missione di un uomo. Ad esempio è risaputo che il nome di Gesù in ebraico significa: Yahve che salva. Del nome dell'Anticristo sappiamo che è connotato da tre 6. I Padri della Tradizione hanno cercato di decifrare questo segno. Per sant'Ireneo il 666 indica tre realtà : il castigo per gli uomini allontanatisi dalla legge del Signore, l'idolatria e l'apostasia. In una parola il male, giacchè il Diluvio universale venne quando Noè ebbe 600 anni (Gn 7,6), e Nabucodonosor si fece costruire e fece adorare, una statua alta 60 cubiti e larga 6 (Dn 3,1). II totale di questi nefasti numeri e 666 (cfr. Ireneo 1984b: 227).

Peròil procedimento numerologico di sant'Ireneo, pur giungendo a suggestive conclusioni, esula dal contesto dell'Apocalisse, ed abbraccia due fatti troppo distanti nel tempo, il diluvio universale e la statua di Nabucodonosor, e ci sembra, per questo, inaccettabile. Se è valido il metodo secondo il quale la Bibbia si spiega con la Bibbia, l'Apocalisse, noi diciamo, si spiega con l'Apocalisse. Dobbiamo scoprire innanzitutto, prima del valore quantificatore (di conta) del numero della Bestia, il suo valore qualificatore rinviante al senso della realtà .

Ora osserviamo la ripetizione di tre 6. La ripetizione insistente del sei indica nel simbolo numerico una realtà  negativa. Quale? II contesto di Ap 13,18 fa menzione della Bestia, del suo numero. Nel capitolo 13 si parla in tutto di tre bestie: il Drago rosso, la Bestia che sale dal mare e la Bestia che sale dalla terra; e di una 'statua' animata. II senso generico della parola bestia, non è direttamente collegabile alla Bestia che sale dal mare, ma ciòche distingue le tre bestie.

Troviamo, infatti, il numero 6 ripetuto per tre volte, quasi ad indicare ciòche caratterizza le tre bestie. Pertanto, il numero della bestia è da confrontare con 16, 12-14, dove si parla dei tre spiriti immondi: Satana, l'Anticristo e lo Pseudoprofeta. Questi tre spiriti muovono guerra a Dio. Secondo l'Antico Testamento (Ez 28, 2 e Is 14, 13) e il Nuovo Testamento: "L'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio" p Ts 2, 2-4) indicano l'intenzione della Triade infernale di innalzarsi al di sopra della Trinità .

Se la Trinità  è rappresentata simbolicamente con il numero 333, allora il tentativo idolatrico di sovrapporsi a Dio puòessere rappresentato con 666, essendo questo numero la somma della Triade divina soverchiata dalla Triade infernale (333+333=666). II numero della Triade infernale è 666. Ma c'è di più. Se questo tentativo avviene nell'ordine pretersensibile, nel mondo naturale ciòavviene col tentativo idolatrico di porre la 'statua' animata dallo Spirito dello Pseudoprofeta (Ap 13, 15-17) al posto del culto dell'Agnello. La statua animata viene assunta come il riferimento storico del nome d'uomo che emerge dalla quintessenza del numero della bestia.

Riassumendo, il 666 indica nella triplice ripetizione la Triade infernale, nel suo riferimento gematrico il nome dell'Anticristo-uomo, che sarà  la 'statua animata' da collocare nel Tempio di Dio al momento della grande apostasia. Dallo studio simbolico dei numeri abbiamo notato che il numero 6, per sua natura, si contrappone o si distingue dal 3, perchè accoglie in sè due complessi di attività  ternaria, la quale la puòfar oscillare, per libera scelta, ora verso il bene ora verso il male.

Nel nostro contesto, la contrapposizione al 3, anzi al 333 è netta, per cui la Triade infernale, nella sua avversione alla Triade divina, si contrappone simbolicamente raccogliendo la somma numerica 666. Se con la somma di 333+333 otteniamo il numero della Bestia, significazione demoniaca del 666, un'altra realtà  indica il 666 ottenuto dalla moltiplicazione di 333x2. Infatti, dalla moltiplicazione ricaviamo dal 666 una valenza umano-divina.

II numero 333 moltiplicato per uno, per due e per tre significa, se indicato una volta (333), l'Unità  di Dio; se indicato due volte (333x2=666) il mistero dell'Incarnazione del Verbo, l'umano - divino; se indicato tre volte (333x 3 = 999), il mistero della Trinità . In questa prospettiva numerologica il 666 non è il numero della Bestia, ma dell'Agnello, il suo esatto contrario, in quanto i due complessi di attività  ternaria racchiusi nel numero sono orientati per libera scelta verso il bene, ovvero verso Dio. E' ovvio che un discorso di questo genere deve essere scevro da ogni pregiudizio. I numeri non si coniugano bene con i preconcetti.

il numero 6 nella Bibbia, come abbiamo notato nella esposizione dei contenuti teologici, racchiude, essendo un numero perfetto, contenuti divini e raramente ha un riferimento diabolico. Quando apparirà  il Cristo parusiaco non ci sarà  più, come al tempo del peccato, un 666 demoniaco, ma solo un 666 divino. Anche i numeri, per cosi dire, saranno purificati nei loro riferimenti simbolici. E' questione di attendere con fede, per averne la conferma storica. Nel caso di Ap 13, 18, è chiaro che il 666 rappresenta simbolicamente il comune denominatore di Satana, dell'Anticristo e dello Pseudoprofeta, codificato con lo stesso numero indicato per tre volte.

Nel 666 vi è racchiusa non solo la contrapposizione, ma anche l'intenzione idolatrica di porsi al di sopra della Trinità . Se la natura del 'nome della bestia' è demoniaca, la missione del 'nome d'uomo' è idolatrica. In tal modo il numero 666 raccoglie e sintetizza tutti i dati apocalittici dell'Anticristo, sia nella sua funzione escatologica intramondana, sia in quella extra- mondana o spirituale. Ciononostante, il senso simbolico del numero 666 non esaurisce tutto il suo significato e il numero da ancora adito a un altro senso, quello temporale, che completa il primo e ne suggerisce un altro, quello cronologico.

3.2 IL SENSO TEMPORALE DEL NUMERO 666

II senso temporale del numero 666 è da ricercarsi sia nel nome dello stesso Anticristo, col significato temporale di Avanti-Cristo, cioè di colui - che - viene - prima di Cristo, sia nella cronologia dell'Apocalisse che, sebbene generica nelle indicazioni, si dispiega puntualmente nella scansione dei SETTE SIGILLI del libro dell'Agnello (Ap 5,1). I sigilli contengono i decreti divini, che nessuno puòpermettersi di giudicare, e che riguardano gli avvenimenti degli ultimi tempi. Notiamo la presenza dell'Anticristo, il nome del quale è da ricercarsi nella cifra 666, all'interno del dispiegamento cronologico dei sigilli. La cifra dei decreti divini è indicata dal numero 7 ed è caratterizzata da tre 7:

La cifra 777 indica così il compimento escatologico dei decreti divini nella storia dell'umanità . Ebbene l'Anticristo, nell'Apocalisse, appare all'interno delle tre serie di settenari sempre al sesto posto:

Accostando i numeri di queste scadenze profetiche (sesto sigillo, sesto angelo, sesta coppa) abbiamo il 666. II numero 666 ha quindi un senso temporale, indica un tempo gravido di eventi demoniaci, che avranno termine nel settimo millennio, perchè il 7 è il numero perfetto del giorno del Signore. Nel settimo giorno Dio riposò. Al settimo giorno subentrerà  poi l'ottavo giorno, il giorno della risurrezione di Gesù, l'ottonario finale, l'eternità  beata vissuta con Dio da risorti.

La presenza dell'Anticristo segnala il passaggio dal sesto al settimo giorno. II settimo giorno non è l'ultimo, ma il penultimo, quello che precede la visione beatifica. Pertanto, la presenza dell'Anticristo non indica la fine del mondo, come si crede, è ciòa cui lo si associa, ma la fine del sesto giorno è l'attesa dell'alba del nuovo giorno, il giorno del riposo e della pace, non da risorti ma da uomini trasfigurati dalla grazia.

II numero 6 indica, tra l'altro, il giorno ultimo della creazione. Nel settimo, infatti, Dio si riposò, come afferma la Genesi. Pertanto, tra il sesto e il settimo giorno vi sarà  un salto qualitativo, dall'azione alla contemplazione. L'alba del nuovo giorno si profila, allora, come il ritorno dell'alba luminosa del paradiso terrestre. L'umanità  conoscerà  la nuova condizione quando dal tempo del 666, tempo della ricapitolazione del male, passeremo al tempo del 777, tempo della pienezza di Dio, quando, per l'appunto, vi sarà  la contemplazione del "mistero di Dio come egli ha annunciato ai suoi servi, i profeti" (Ap 10, 7).

L'apertura del sesto sigillo non sarà  incruento. E' il medesimo numero sei che lo indica. Nel sesto giorno infatti Gesù fu crocifisso, se consideriamo il calendario ebraico, il primo giorno del quale comincia con la nostra Domenica (L'ogdoade o ottonario cristiano, perchè cade il giorno dopo il sabato cioè 7+1) e termina con il Sabato, che era, appunto, il settimo giorno. Solo nella prospettiva ebraica, si comprende come il giorno della risurrezione, il giorno dopo il Sabato, è considerato l'ottavo giorno, il giorno del Signore Risorto, riassunto mirabilmente e provvidenzialmente nel riferimento gematrico del nome di Gesù, la cui somma alfanumerica è 888 (= Iesous), l'ogdoade divina.

II numero 666 è da intendersi, dunque, sia in rapporto al 333, da cui è sorto come contrapposizione, sia al 777 dove si estinguerà  nella pienezza del tempo, sia all'888, allorchè sarà  separato per sempre, essendo esso stesso abitualmente imperfetto e caduco. Intanto siamo ancora, ma per poco, sotto il segno del 666. Se, come abbiamo affermato, il 6 segna il giorno della crocifissione di Cristo, il 666, nel suo attuarsi nella manifestazione dell'Anticristo nel 1998 (666x3), segna la data della crocifissione del Corpo mistico di Cristo nel giorno della grande tribolazione, dell'apostasia e della desolazione. Al tempo stesso, l'ora dell'Anticristo è gravida di significato cristologico, perchè segna l'ora del suo vincitore, il Cristo parusiaco della manifestazione intermedia, per cui possiamo chiamarlo l'Avanticristo.

3.3 IL SENSO CRONOLOGICO DEL NUMERO 666

Dimostrato il senso temporale del 666, questo, come gli altri numeri riscontrabili nella Bibbia, è soggetto alla operazione di addizione e moltiplicazione che ne svelano il divenire e il compimento. Tutto ciòpuòrisultare inconsueto, ma chi possiede un po' di cultura teologica conosce l'importanza dei numeri nelle Sacre Scritture. II linguaggio dei numeri si presta come strumento per una comprensione teologicamente unitaria della storia della salvezza, a partire dall'evento centrale di Cristo: "Tutto in figura annuncia Cristo" (S. Agostino in Contra Faustum).

Oltre a qualificare i singoli avvenimenti, i numeri hanno la funzione di congiungere i vari momenti dell'unica operazione divina che tutti li ispira. E' il Dio trinitario della storia sacra, colui che sostiene ogni cosa, e i numeri sono il linguaggio della e nella sua opera. Dalla creazione dell'uomo all'esodo, dagli anni del deserto al tempo della Chiesa pellegrinante nel mondo, è tutto un crescendo che trovò, nel Logos la fonte di significato, la chiave definitiva di lettura. Sintesi mirabile di questa lettura numerologica è la genealogia di Gesù con la ripartizione dei suoi antenati in tre serie di 7+7 generazioni, riportata dagli evangelisti Marco e Luca.

Cristo è, infatti, il vero numerus che illumina di sè i fatti e li giudica. II ritorno di certi numeri non fa che ritmare e cadenzare questa storia, secondo analogie e somiglianze riconducibili al loro momento unificante che è Cristo e la sua presenza nel tempo della Chiesa. II numero 666, pur essendo la cifra del nome dell'Anti- cristo, ha in sè un contenuto prettamente cristologico, perchè è la cifra indicativa dell'approssimarsi della venuta di Cristo Risorto. In un certo senso, la presenza dell'Avversario di Cristo è il suono di tromba della prima scadenza parusiaca.

II 666 è la cifra dell'Avanti-Cristo. Questa cifra, secondo la nostra analisi numerologica, moltiplicata per uno, per due e per tre, scandisce in tre fasi la storia dell'umanità  a partire dalla nascita di Cristo, e segna così i momenti più salienti della lotta tra il bene e il male.

Ci ricorda l'ultimo Concilio che: "Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno" (Gaudium et Spes, 3/36). Questa lotta trova nei rilievi cronologici determinati dalla moltiplicazione della cifra della Bestia i suoi momenti fondamentali.

Moltiplicato per 1, il 666 rimanda al secolo VII (666 d.C.), quando l'Islam mise a dura prova la sopravvivenza stessa della fede nella Trinità , nonchè l'adesione a Cristo Dio-uomo, da parte dei popoli già  raggiunti dal Vangelo. Moltiplicata per 2, la cifra dell'Anticristo rimanda agli albori dell'Età  moderna (1332 d.C.), quando l'incipiente razionalismo minacciòalla radice il riferimento alla Parola rivelata, da considerarsi come ultimativa e normativa per l'uomo. Segna anche il tempo della cattività  avignonese, il periodo più funesto per la Chiesa allontanatasi da Roma.

Moltiplicato per 3, il prodotto ottenuto profetizza l'ultima manifestazione dell'Anticristo prima del Giubileo dell'anno 2000 (nel 1998) nelle fattezze umane, come 'Uomo iniquo' (2 Ts 2,3) e non più solo come spirito demoniaco, come ha fatto nelle due precedenti occasioni storiche. Ora apparirà  come Anticristo- uomo per distruggere il cristianesimo e porsi come ‘Monarcha totius mundi'(S. Roberto Bellarmino), l'unico dominatore di tutto il mondo. II numero 666 è, pertanto, il numerus dell'azione demoniaca nella storia dell'umanità , che cerca di oscurare, fermare e stravolgere I'azione redentiva di Cristo Gesù.

II senso cronologico della cifra dell'Anticristo venne desunto già  in epoca patristica. II più grande esponente in tal senso è sant'Ireneo, definito il 'Padre della dogmatica' per i suoi scritti in difesa della fede cattolica contro gli gnostici di allora, ma anche contro i riduzionisti di oggi, i quali hanno semplificato in una le due parusie annunciate dalla Bibbia. La sua opera più importante è il trattato Contro gli Eretici, in cui, nel V libro, I'autore confuta gli gnostici nelle loro false credenze circa l'escatologia, e da qui prende lo spunto per trattare del Regno di Cristo dopo l'apparizione dell'Anticristo:

"E' detto che il suo numero è 666, cioè 6 centinaia, più 6 decine, più 6 unità  come ricapitolazione di tutta l'apostasia perpetrata durante il corso di 6.000 anni. Infatti questo mondo sarà  portato a termine in tanti millenni quanti furono i giorni impiegati a farlo. Come racconta la Genesi: 'Così furono portati a termine il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dunque Dio nel settimo giorno portòa compimento il lavoro che aveva fatto e riposònel 7mo giorno da ogni suo lavoro'(Gn 2, 1-2). Questa è la narrazione del modo in cui furono fatte le cose; ma è anche una profezia del futuro! Giacchè se il giorno del Signore è come 1000 anni (1 Pt 3,8), e il Signore ha portato al termine le sue opere in sei giorni, è evidente che il compimento di tutto l'insieme sarà  effettuato nel 6° millennio... "(Ireneo 1984b: 225-226). II numero 666, che nel nostro calcolo escatologico segna tre momenti fondamentali della venuta dell'Anticristo, in verità  segna, secondo quanto afferma sant'Ireneo, tutta la durata dell'apostasia perpetrata durante il corso dei 6.000 anni.

Sant'Ireneo raccoglie la tradizione del sabbatismo di Barnaba, di S. Paolo e di S. Pietro (cfr. Penasa 1994: 122-123), e relaziona il 666 alla teoria della "settimana universale": l'umanità  sussisterà  tanti millenni quanti sono i giorni della settimana in cui Dio la tradusse in atto. Ora, dal momento che i progenitori hanno peccato, siamo sotto il segno e il tempo del 666, che terminerà  allo scadere del sesto millennio con l'ultima comparsa dell'Anticristo.

Ma ciòè valido se diamo per certo l'inizio del mistero dell'iniquità  nel 4004 avanti Cristo, data di nascita di Adamo, secondo il calcolo delle generazioni segnalate nella Bibbia. Dobbiamo precisare che questo calcolo, sulla base del modulo della "settimana universale", è stato usato soprattutto per determinare la fine del mondo. Noi, al contrario, lo utilizziamo per determinare il periodo del millennio felice che inizia a partire dalla sconfitta dell'Anticristo ad opera di Cristo risorto nella sua prima venuta gloriosa.

Quindi tra gli studiosi ne troviamo alcuni (Genebrard, Scaligero figlio, Pico della Mirandola, Giansenio, Bellarmino e Boronius) che non sono in accordo con la data di inizio della creazione di Adamo ed Eva, e pertanto il loro computo escatologico varia a seconda dell'inizio dell'umanità . Anche la scienza mette in questione questa data e pensa che l'anno d'origine dell'umanità  sia precedente a quello indicato nella Bibbia. Dopo le ultime scoperte scientifiche, nessuno ha avuto più il coraggio di sostenere il modulo della "settimana universale". Ebbene, siamo dell'opinione che anche la scienza non ha nulla di certo fra le mani, tranne qualche misterioso frammento di mandibola o di femore.

Per confermare questa incertezza scientifica basta dare una scorsa ai libri di antropologia dove si riporta una rosa di date sconcertanti, che spaziano da 100.000 anni avanti Cristo a 4 milioni di anni fa. E' bene precisare ancora la correlazione esistente tra la settimana universale, il numero della Bestia e il nostro calcolo escatologico. Questo vale per una corretta impostazione cronologica, non solo per il 666, ma anche, come vedremo innanzi, per le scansioni delle due manifestazioni parusiache. Ora, sebbene non corretta nel metodo, l'intuizione numerologica di sant'Ireneo nel decifrare il 666 come

"la ricapitolazione di tutta la ribellione avvenuta per sei mila anni", è giusta, giacchè il 666 è il numero triangolare di 36. II calcolo riguarda i numeri ottenuti totalizzando i numeri tra 1 e n, e possono essere calcolati secondo la formula:

n (n-1)

                        ----------------- = 1+2+3 +n.

2

Aggiungiamo subito che un numero triangolare beneficia delle stesse caratteristiche del suo numero di partenza. In altre parole, il 666 sarebbe il compimento, o la ricapitolazione, di una realtà  significata da 36, e in definitiva da 8, perchè 36 è il numero triangolare di 8. Ritorniamo alla data di nascita di Adamo, il 4004 a.C. Se si calcola il radicale primordiale della data otteniamo il numero 8 (4+0+0+4). Questo numero presenta delle sorprendenti analogie nella storia della salvezza. II peccato di Adamo è stato compiuto all'inizio dell'umanità , poco dopo che il progenitore fu creato.

Questo viene indicato nell'ottonario primordiale. Si può, ora, ben dire, che il 666 rappresenta simbolicamente la ricapitolazione di tutta la ribellione avvenuta per seimila anni", e proprio in questo scorcio di secolo sta per scadere il sesto millennio, calcolato a partire dalla data di nascita di Adamo (dal 4004 a.C. al 1998 abbiamo 6000 anni in tutto). L'indicazione numerologica conferma la data esatta della comparsa dell'Anticristo nel 1998. Ci avviamo, pertanto, al nuovo millennio, il settimo, che sarà  il millennio del Signore, come il settimo giorno della creazione fu il giorno del riposo del Signore.

Pertanto, il nostro calcolo escatologico va contestualizzato non solo all'interno di una sana numerologia, bensì anche nel solco della grande Tradizione cattolica (citiamo ad esempio: Giustino, Lattanzio, Ireneo). Forse è utile ricordare che san Giustino, nel Dialogo con Trifone, testifica la conoscenza della 'settimana universale" come un luogo teologico ritenuto da ogni cristiano ben catechizzato: "(...) io e qualunque altro cristiano che sia ben istruito in tutto, sappiamo, vuoi che ci sarà  la risurrezione, vuoi che ci saranno i mille anni nella città  di Gerusalemme, riedificata ed ornata ed ampliata, come hanno promesso Ezechiele, Isaia e gli altri profeti".

La Parusia del Signore menzionata in Ap 19, 11-16 la denominiamo Parusia intermedia, in quanto presiede all'inizio del settimo millennio, il Sabato del Signore, proprio come l'attendevano gli Ebrei sulla scorta di Dn 7, 22-27 e Is 11 e 65. Ma essendo limitata al settimo millennio, cioè ancora al tempo e alla prova, la Parusia intermedia differisce da quella finale.

Occorre che siano realizzate le promesse fatte da Dio ad Abramo per accedere alla fine del tempo, quando infine si scatenerà  il cataclisma satanico in vista del Giudizio finale ad opera del Gesù parusiaco di Ap 20, 7- 15. Diamo a questa seconda Parusia il nome di Parusia ottonaria, in relazione con la risurrezione di Gesù, che avvenne il giorno dopo il Sabato e, quindi, a conclusione del settimo giorno (secondo il calendario ebraico).

L'ottavo giorno rappresenta così il nuovo giorno del Signore, il giorno eterno senza notte della risurrezione dei giusti per il Paradiso, è il giorno eterno senza dì della risurrezione dei malvagi per l'inferno. La Parusia ottonaria è la porta d'accesso all'eternità  beata, al contrario dell'ottonario primordiale di Adamo che rappresentò funestamente, a causa del peccato originale, la porta d'entrata ai tempi dell'iniquità . E' bene ritenere che il modello della "settimana universale" non entra in contraddizione col dato biblico dell' Apocalisse. Anzi, la stessa Apocalisse ne suggerisce l'impiego in virtù dell'uso del settenario nei sigilli (sono sette i sigilli), la collocazione cronologica delle due Parusie, l'intermedia all'inizio del settimo millennio e la ottonaria all'inizio dell'eternità . II calcolo escatologico si colloca, pertanto, all'interno del contesto dell'Avanticristo - Parusia intermedia, proprio perchè precisa esattamente l'anno della comparsa dell'Anticristo (1998) e la modalità  dello scontro nella realtà  soprannaturale (Triade infernale contro Triade divina) e mondana (Drago rosso, Anticristo e Pseudoprofeta contro la Chiesa cattolica).

II calcolo numerologico perfeziona la settimana universale, all'interno del quale si giustifica, ma più in generale, con  l'Apocalisse e la Tradizione apostolica. Tale Tradizione, purtroppo, non è seguita a causa del macroscopico errore ripreso acriticamente sia dai teologi, sia dal magistero, senza aver colto il 'Grande Equivoco' del santo di Tagaste (Numidia), che confuse l'Incarnazione di Cristo con la Parusia intermedia. A questa conclusione Agostino non giunse per una intenzione ereticale, ma per un evidente errore filologico e numerologico: l'aver confuso il concetto di 'venuta' nella carne con il concetto di 'parusia' nella gloria, e il non aver bene inteso il senso cronologico della "settimana universale", relegando il Sabato, l'ultimo millennio, fuori dal tempo.

Questo equivoco oscuròdal 416, data di compilazione della Città  di Dio, la luminosità  dell'escatologia cattolica. Di questa, rimase solo un riflesso nel pensiero posteriore e, purtroppo, un riflesso sempre meno chiaro. Se con il numero 666 viene compendiato il tempo dell'iniquità , dagli inizi con il peccato dei nostri progenitori (4004 a.C.) fino al compimento della manifestazione dell'Uomo iniquo, allora il senso cronologico della cifra della Bestia, o meglio delle Bestie, dimostrerebbe che: