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Sebastiano Vassalli, il 6 febbraio, così spiegava in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera le motivazioni del suo non voto. Ci è sembrato giusto riportarlo per questo ultimo numero di Cacao pre-pasquale anche perché i punti di riflessione sono molti, forse un po' scomodi, ma quando mai ascoltare è stato comodo? (Fonte)

"Ma di che si tratta"
"E' l'aristocrazia dei furbi"

Parla il cittadino che andrà a votare (in sigla : CV): Domani, in questo paese, ci saranno le elezioni politiche. Non so per chi lei voterà e non mi interessa saperlo; ma sono sicuro che essendo una persona civile e un uomo libero, anche lei, come me, farà il suo dovere di elettore. Viva la democrazia!
Cittadino che non andrà a votare (CNV): effettivamente, nessuno più di me ama la libertà; e mi auguro di non deluderla troppo, dicendole che non andrò a votare. Ho riflettuto a fondo su ciò che chiamano democrazia e sui suoi rituali; e credo che le elezioni, come si fanno ora, siano un inutile spreco di suole e di tempo.
CV (stupefatto): Ma il voto è alla base della libertà! Tutte le persone per bene credono nel voto e nella democrazia.
CNV: Spero di non essere il solo. E la prego di spiegarmi cos'è, per lei, la democrazia, in modo da essere sicuri che stiamo parlando della stessa cosa.
CV (stupefatto): La democrazia... è la democrazia! E' il popolo che governa: lo dice la parola stessa! E' la miglior forma di partecipazione alla vita di una società che sia mai stata inventata...
CNV: Se per democrazia lei intende il governo del popolo la avverto che sta prendendo un abbaglio. Quel governo non esiste né qui né in altre parti del mondo. E' una finzione, basata sulla furbizia di pochi e sull'ingenuità dei più.
CV: Questa poi!
CNV: La vera democrazia è esistita tanto tempo fa ed è esistita soltanto per pochi anni. Nell'Antica Atene, le cariche pubbliche venivano tirate a sorte tra tutti quelli che ne avevano diritto, cioè tra tutti i capifamiglia. Si mettevano i nomi in un'urna e un ragazzo bendato li tirava fuori. Questa è l'unica democrazia vera e possibile. Una volta all'anno si fa una lotteria e chi esce esce... Nessuno può essere escluso dal sorteggio, purchè abbia la cittadinanza e goda dei diritti civili. La vera democrazia è una lotteria. Ogni altra forma di governo, compresa quella che si fonda sul voto, è un'aristocrazia camuffata. Per essere più precisi: è un'oligarchia, cioè un sistema in cui pochi comandano e i più sono sudditi.
CV: Ma no, cosa dice, guardi che si sbaglia! Guardi le cose, nella realtà, sono un po' diverse... Lo capisce anche un bambino che la democrazia, per poter funzionare, deve avere dei filtri. Non si può prendere una persona a caso, su cinquanta o centro milioni di uomini e di donne, e metterla a governare uno Stato, con tutti i problemi che ci sono in una società moderna! Ci vogliono persone competenti!
CNV: Stiamo parlando di democrazia. E lei mi ha appena detto, se non sbaglio, che è il governo delle persone competenti. Non le sembra di contraddirsi con questa affermazione? Un minuto fa, aveva sostenuto che la democrazia è il governo del popolo, cioè di chiunque in rappresentanza di tutti. Secondo il rivoluzionario Vladimir Lenin, lo Stato democratico è quello dove una cuoca può governare.
CV: Sono paradossi, amico mio: semplici paradossi! Sono esagerazioni che aiutano a mettere in rilievo una verità meno vistosa, ma più solida: quella, appunto, che la democrazia si basa sul voto, perché non può basarsi su nient'altro e perché i rappresentanti del popolo devono essere scelti con cura. La cuoca di Lenin va al governo se ha la capacità di starci; ma non può essere una donna tolta dai fornelli e mandata nei palazzi del potere, soltanto in nome della democrazia... Sarebbe un disastro per lei e per tutti!
CNV: Dunque, secondo lei, la democrazia è il governo di persone prese dal popolo ma esperte di economia, di finanza, di diritto internazionale, di organizzazione aziendale, di scienze della comunicazione e di politica estera. Mi corregga se sbaglio. Sono queste le caratteristiche che si richiedono a un candidato, per poter vincere le elezioni in un paese democratico?
CV: Sono queste.
CNV: Le credo sulla parola. O, per essere più sincero, faccio finta di crederle e le dico: guardiamoci attorno. Quanti tra gli eletti alle massime cariche dello Stato nei paesi cosiddetti democratici sono dei profondi conoscitori di tutte queste materie che servono a governare e quanti invece sono dei politicanti che non sanno niente di specifico e si rendono conto dei problemi soltanto mentre li affrontano? Quanto sono gli esperti e quanti sono i furbi?
CV: Credo che interromperò questa conversazione. E' inutile continuare a discutere con chi nega la democrazia in nome di chissà quale superiorità di classe o di razza...
CNV: Lei mi sopravvaluta, amico. Lei mi attribuisce idee che non ho, così come attribuisce al suo voto un valore e un peso che non esistono. Un solo voto non conta nulla e non cambia nulla. Ciò che lei chiama democrazia è la negazione dell'uomo in quanto individuo e in quanto soggetto del proprio pensiero. E' l'apoteosi dell'uomo elettorale: dell'Uomo-massa e del pensiero pre-pensato. Si agisce sui numeri per governare gli uomini e si agisce sugli uomini per governare i numero...
CV: Mi dica chiaramente da che parte sta. Butti la maschera: lei è un comunista?
CNV: No.
CV: E' un fascista?
CNV: No.
CV: Ma allora, per Dio, si può sapere cos'è?
CNV: Sono uno che cerca di ragionare con la sua testa, anziché con quella degli altri. Lei, prima, mi ha esortato ad andare a votare. Ha detto che con le elezioni si fanno i governi democratici e io, forse, avrei dovuto stare zitto, ma non sono riuscito a trattenermi e le ho risposto che non è vero.
CV: Che razza di governi si fanno con le lezioni? Me lo spieghi lei.
CNV: Si fanno dei governi aristocratici, basati sugli interessi e sugli umori che muovono una società e sulla furbizia dei singoli che si candidano a rappresentare quegli umori e quegli interessi. Di più non so dirle.
CV: Dei governi aristocratici... Ho sentito bene?
CNV: Ha sentito benissimo. Dopo l'aristocrazia dei guerrieri e quella dei ricchi, che hanno dominato nelle epoche passate, l'aristocrazia di quest'epoca è quella dei furbi. I suoi vivai, le sue palestre, le sue scuole sono i partiti politici. I suoi tornei sono le elezioni...
CV: Ma il mio voto è libero e segreto! Nessun furbo può costringermi a votare per lui!
CNV: Il furbo non costringe nessuno: se no, che furbo sarebbe? Il furbo, attraverso la propaganda, spiega agli elettori che votando per lui votano per se stessi; e quando è riuscito ad agganciarli, gli racconta la favola della democrazia. Da più di cento anni, nel mondo cosiddetto occidentale, i governi aristocratici si nascondono dietro questa favola.
CV: Lei mi sta dicendo che sono uno stupido.
CNV: Non mi permetterei mai di fare un'affermazione del genere. Le sto dicendo che la favola della democrazia, in cento e più anni, ha prodotto un uomo nuovo e diverso. Ha prodotto l'uomo elettorale, manipolabile con i meccanismi della propaganda...
CV: Lei è un sovversivo!