“America e Fascismo”Jim Garrison – "JFK" (1988)

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Ciò che mi addolora profondamente, e che ho visto esemplificato in questo caso, è che noi americani corriamo un grande pericolo di scivolare lentamente in uno stato protofascista. Sarà un tipo di fascismo diverso da quello sviluppato dai tedeschi; il loro veniva dalla depressione e prometteva pane e lavoro, mentre il nostro, e questo è curioso, sembra venire dalla curiosità. Ma in ultima analisi è basato sul potere e sull’incapacità di mettere gli obiettivi umani e la stessa coscienza al di sopra dei dettati dello Stato. Le sue origini possono rintracciarsi nella tremenda macchina da guerra che abbiamo costruito a partire dal 1945, il “complesso esercito-industria” da cui Eisenhower vanamente ci ha messo in guardia, che domina ogni aspetto della nostra vita. Il potere degli Stati Uniti e del Congresso è stato gradualmente ceduto all’Executive Department, per via delle situazioni di guerra; e abbiamo visto nascere una complesso burocratico arrogante e sgonfiato, totalmente svincolato dai controlli incrociati previsti dalla Costituzione.
In un modo che è molto reale e terrificante, il nostro governo sono la CIA e il Pentagono, e il Congresso si è ridotto a un salotto di discussione.
Naturalmente, non si può riconoscere questa tendenza al fascismo limitandosi a guardarsi intorno in modo superficiale. Inutile cercare simboli familiari come la svastica, perché non ci sono. Non costruiremo Dachau né Auschwitz; l’attenta manipolazione dei mass-media sta creando un campo di concentramento nella mente che promette di essere ben più efficace per tenere in riga la popolazione. Non ci sveglieremo la mattina per trovarci improvvisamente vestiti di grigie uniformi, a fare il passo dell’oca per andare al lavoro. Ma questo non vuol dire. La cosa importante è: cosa succede all’individuo che dissente? Nella Germania nazista veniva distrutto fisicamente; qui il processo è più sottile, ma i risultati finali sono gli stessi. In quest’ultimo anno ho imparato abbastanza sulle macchinazioni della CIA per sapere che questa non è più l’America di sogni in cui una volta credevo. (…) Ho sempre avuto una specie di riflesso automatico di fiducia nella fondamentale integrità del nostro governo, quali che fossero i suoi errori politici. Ma ora sono giunto a capire cha a Washington l’inganno e la manipolazione dei cittadini sono considerati le prerogative naturali dell’ufficio.
Huey Long una volta ha detto: “In America, il fascismo verrà nel nome dell’antifascismo”.
Ho paura, con la mia lunga esperienza, che in America il fascismo verrà in nome della sicurezza nazionale.
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