in concerto con i PFM (volume 2)
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AVVENTURA A DURANGO

Peperoncini rossi nel sole cocente

polvere sul viso sul cappello

io e Maddalena all’occidente

abbiamo aperto i nostri occhi oltre il cancello

Ho dato la chitarra al figlio del fornaio

per una pizza ed un fucile

la ricomprerò lungo il sentiero

e suonerò per Maddalena all’imbrunire

Non chiagne Maddalena

Dio ci guarderà

e presto arriveremo a Durango

Strigneme Maddalena

sto deserto finirà

e tu potrai ballare o’ fandango

Dopo i templi aztechi e le rovine

le prime stelle sul Rio Grande

di notte sogno il campanile

e il collo di Ramon pieno di sangue

Sono stato proprio io all’osteria

a premere le dita sul grilletto

vieni, mia Maddalena voliamo via

il cane abbaia quel che è fatto è fatto

Non chiagne Maddalena

Dio ci guarderà

e presto arriveremo a Durango

Strigneme Maddalena

sto deserto finirà

e tu potrai ballare o’ fandango

Alla corrida con tequila ghiacciata

vedremo il toreador toccare il cielo

all’ombra della tribuna antica

dove Villa applaudiva il rodeo

Il frate pregherà per il perdono

ci accoglierà nella missione

avrò stivali nuovi un orecchino d’oro

e sotto il velo tu farai la comunione

 

La strada è lunga ma ne vedo la fine

arriveremo per il ballo

e Dio ci apparirà sulle colline

coi suoi occhi smeraldini di ramarro

Non chiagne Maddalena

Dio ci guarderà

e presto arriveremo a Durango

Strigneme Maddalena

sto deserto finirà

e tu potrai ballare o’ fandango

Che cos’è il colpo che ho sentito

ho nella schiena un dolore caldo

siediti qui e trattieni il fiato

forse non sono stato troppo scaltro

Svelta Maddalena prendi il mio fucile

guarda dov’è partito il lampo

miralo bene cerca di colpire

potremmo non vedere più Durango

Non chiagne Maddalena

Dio ci guarderà

e presto arriveremo a Durango

Strigneme Maddalena

sto deserto finirà

e tu potrai ballare o’ fandango

 

PRESENTAZIONE

parlato

 

 

SALLY

Mia madre mi disse non devi giocare

con gli zingari nel bosco

Mia madre mi disse non devi giocare

con gli zingari nel bosco

Ma il bosco era scuro l’erba già verde

lì venne Sally con un tamburello

ma il bosco era scuro l’erba già alta

dite a mia madre che non tornerò.

Andai verso il mare senza barche per traversare

spesi cento lire per un pesciolino d’oro

Andai verso il mare senza barche per traversare

spesi cento lire per un pesciolino cieco.

Gli montai sulla groppa e sparii in un baleno

andate a dire a Sally che non tornerò

Gli montai sulla groppa e sparii in un momento

dite a mia madre che non tornerò.

Vicino alla città trovai Pilar del mare

con due gocce d’eroina s’addormentava il cuore.

Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli

bocca sporca di mirtilli un coltello in mezzo ai seni.

Mi svegliai sulla quercia l’assassino era fuggito

dite al pesciolino che non tornerò.

Mi guardai nello stagno l’assassino s’era già lavato

dite a mia madre che non tornerò.

Seduto sotto un ponte si annusava il re dei topi

sulla srada le sue bambole bruciavano copertoni.

Sdraiato sotto il ponte si annusava il re dei topi

sulla strada le sue bambole adescavano i signori.

Mi parlò sulla bocca mi donò un braccialetto

dite alla quercia che non tornerò.

Mi baciò sulla bocca mi propose il suo letto

dite a mia madre che non tornerò.

Mia madre mi disse non devi giocare

con gli zingari nel bosco

Ma il bosco era scuro l’erba già verde

lì venne Sally con un tamburello

 

VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE

Quando in anticipo sul tuo stupore

verranno a chiederti del nostro amore

a quella gente consumata nel farsi dar retta

un amore così lungo

tu non darglielo in fretta

non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole

le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore

dopo l'amore così sicure

a rifugiarsi nei "sempre"

nell'ipocrisia dei "mai"

non son riuscito a cambiarti

non mi hai cambiato lo sai.

 

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio

per farti più bella e pensarmi già vecchio

tu regalagli un trucco che con me non portavi

e loro si stupiranno

che tu non mi bastavi,

digli che il potere io l'ho scagliato dalle mani

dove l'amore non era adulto e ti lasciavo i graffi sui seni

per ritornare dopo l'amore

alle carezze dell'amore

era facile ormai

non sei riuscita a cambiarmi

non ti ho cambiata lo sai.

 

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre

come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre

i tuoi occhi come vuoto a rendere per chi ti ha dato lavoro

i tuoi occhi assunti da tre anni

i tuoi occhi per loro,

ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo

o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo

e troppo stanchi per non vergognarsi

di confessarlo nei miei

proprio identici ai tuoi

sono riusciti a cambiarci

ci son riusciti lo sai.

 

Ma senza che gli altri ne sappiano niente

dimmi senza un programma dimmi come ci si sente

continuerai ad ammirarti tanto da volrti portare al dito

farai l'amore per amore

o per avercelo garantito,

andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori

o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori

o resterai più semplicemente

dove un attimo vale un altro

senza chiederti come mai,

continuerai a farti scegliere

o finalmente sceglierai.

 

RIMINI

Teresa ha gli occhi secchi

guarda verso il mare

per lei figlia di pirati

penso che sia normale

Teresa parla poco

ha labbra screpolate

mi indica un amore perso

a Rimini d’estate.

Lei dice bruciato in piazza

dalla santa inquisizione

forse perduto a Cuba

nella rivoluzione

o nel porto di New York

nella caccia alle streghe

oppure in nessun posto

ma nessuno le crede.

 

Coro:Rimini, Rimini

 

E Colombo la chiama

dalla sua portantina

lei gli toglie le manette ai polsi

gli rimbocca le lenzuola

"per un triste re cattolico – le dice –

ho inventato un regno

e lui lo ha macellato

su di una croce di legno.

E due errori ho commesso

due errori di saggezza

abortire l’America

e poi guardarla con dolcezza

ma voi che siete uomini

sotto il vento e le vele

non regalate terre promesse

a chi non le mantiene".

 

Coro:Rimini, Rimini

 

Ora Teresa è all’Harry’s Bar

guarda verso il mare

per lei figlia di droghieri

penso che sia normale

porta una lametta al collo

è vecchia di cent’anni

di lei ho saputo poco

ma sembra non inganni.

"E un errore ho commesso – dice –

un errore di saggezza

abortire il figlio del bagnino

e poi guardarlo con dolcezza

ma voi che siete a Rimini

tra i gelati e le bandiere

non fate più scommesse

sulla figlia del droghiere".

 

Coro:Rimini, Rimini

 

 

VIA DEL CAMPO

Via del Campo c'è una graziosa

gli occhi grandi color di foglia

tutta notte sta sulla soglia

vende a tutti la stessa rosa.

Via del Campo c'è una bambina

con le labbra color rugiada

gli occhi grigi come la strada

nascon fiori dove cammina.

Via del Campo c'è una puttana

gli occhi grandi color di foglia

se di amarla ti vien la voglia

basta prenderla per la mano

e ti sembra di andar lontano

lei ti guarda con un sorriso

non credevi che il paradiso

fosse solo lì al primo piano.

Via del Campo ci va un illuso

a pregarla di maritare

a vederla salir le scale

fino a quando il balcone ha chiuso.

Ama e ridi se amor risponde

piangi forte se non ti sente

dai diamanti non nasce niente

dal letame nascono i fior

dai diamanti non nasce niente

dal letame nascono i fior.

 

 

MARIA NELLA BOTTEGA

D'UN FALEGNAME

Maria

—Falegname col martello

perché fai den den?

con la pialla su quel legno

perché fai fren fren?

costruisci le stampelle

per chi in guerra andò?

dalla Nubia sulle mani

a casa ritornò?—

Il Falegname

— Mio martello non colpisce,

pialla mia non taglia

per foggiare gambe nuove

a chi le offrì in battaglia,

ma tre croci, due per chi

disertò per rubare,

la più grande per chi guerra

insegnò a disertare.—

La gente

—Alle tempie addormentate

di questa città

pulsa il cuore d'un martello,

quando smetterà?

Falegname, su quel legno,

quanti colpi ormai,

quanto ancora con la pialla

lo assottiglierai ? —

 

Maria

—Alle piaghe, alle ferite

che sul legno fai,

falegname, su quei tagli

manca il sangue, ormai,

perché spieghino da soli,

con le loro voci,

quali volti sbiancheranno

sopra le tue croci —

 

Il falegname

—Questi ceppi che han portato

perché il mio sudore

li trasformi nell'immagine

di tre dolori

vedran lacrime di Dimaco

e di Tito al ciglio

il più grande che tu guardi

abbraccerà tuo figlio.—

 

La gente

— Dalla strada alla montagna

sale il tuo den den

ogni valle di Giordania

impara il tuo fren fren;

qualche gruppo di dolore

muove il passo inquieto,

altri aspettan di far bere

a quelle seti aceto.—

 

 

IL TESTAMENTO DI TITO

Tito

— Non avrai altro Dio all'infuori di me,

spesso mi ha fatto pensare:

genti diverse venute dall'est

dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te

e non mi hanno fatto del male.

Credevano a un altro diverso da te

e non mi hanno fatto del male.

 

Non nominare il nome di Dio

non nominarlo invano.

Con un coltello piantato nel fianco

gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato

e non ascoltò il mio dolore.

Ma forse era stanco, forse troppo lontano

davvero lo nominai invano.

 

Onora il padre. onora la madre

e onora anche il loro bastone,

bacia la mano che ruppe il tuo naso

perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore.

Quando a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore.

 

Ricorda di santificare le feste.

Facile per noi ladroni

entrare nei templi che rigurgitan salmi

di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari

sgozzati come animali.

Senza finire legati agli altari

sgozzati come animali.

Il quinto dice non devi rubare

e forse io l'ho rispettato

vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie

di quelli che avevan rubato:

ma io, senza legge, rubai in nome mio,

quegli altri, nel nome di dio.

Ma io, senza legge, rubai in nome mio,

quegli altri, nel nome di dio.

 

Non commettere atti che non siano puri

cioè non disperdere il seme.

Feconda una donna ogni volta che l'ami

così sarai uomo di fede:

poi la voglia svanisce e il figlio rimane

e tanti ne uccide la fame

lo, forse, ho confuso il piacere e l’amore.

ma non ho creato dolore.

Il settímo dice non ammazzare

se del cielo vuoi essere degno.

Guardatela oggi, questa legge di dio,

tre volte inchiodata nel legno:

guardate la fine di quel nazareno,

e un ladro non muore di meno

Guardate la fine di quel nazareno.

e un ladro non muore di meno.

 

Non dire falsa testimonianza

e aiutali a uccidere un uomo

Lo sanno a memoria il diritto divino

e scordano sempre il perdono:

ho spergiurato su dio e sul mio onore

e no, non ne provo dolore.

Ho spergiurato su dio e sul mio onore

e no, non ne provo dolore.

 

Non desiderare la roba degli altri ,

non desiderarne la sposa.

Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi

che hanno una donna e qualcosa:

nei letti degli altri già caldi d'amore

non ho provato dolore.

L'invidia di ieri non è già finita:

stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio

mi toglie il dolore dagli occhi

e scivola il sole al di là delle dune

a violentare altre notti :

io , nel vedere quest'uomo che muore,

madre, io provo dolore.

Nella pietà che non cede al rancore,

madre, ho imparato l'amore. –

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