Canzoni Torna a Indice De Andrè Album

 

VIA DELLA POVERTA'

Il Salone di bellezza in fondo al vicolo

è affollatissimo di marinai

prova a chiedere a uno che ore sono

e ti risponderà "non l'ho saputo mai".

Le cartoline dell'impiccagione

sono in vendita a cento lire l'una

il commissario cieco dietro la stazione

per un indizio ti legge la sfortuna

e le forze dell'ordine irrequiete

cercano qualcosa che non va

mentre io e la mia signora ci affacciamo stasera

su via della Povertà.

Cenerentola sembra così facile

ogni volta che sorride ti cattura

ricorda proprio Bette Davis

con le mani appoggiate alla cintura.

Arriva Romeo trafelato

e le grida "il mio amore sei tu"

ma qualcuno gli dice di andar via

e di non riprovarci più

e l'unico suono che rimane

quando l'ambulanza se ne va

è Cenerentola che spazza la strada

in via della Povertà.

Mentre l'alba sta uccidendo la luna

e le stelle si son quasi nascoste

la signora che legge la fortuna

se n'è andata in compagnia dell'oste.

Ad eccezione di Abele e di Caino

tutti quanti sono andati a far l'amore

aspettando che venga la pioggia

ad annacquare la gioia ed il dolore

e il Buon Samaritano

sta affilando la sua pietà

se ne andrà al Carnevale stasera

in via della Povertà.

I tre Re Magi sono disperati

Gesù Bambino è diventato vecchio

e Mister Hyde piange sconcertato

vedendo Jeckyll che ride nello specchio.

Ofelia è dietro la finestra

mai nessuno le ha detto che è bella

a soli ventidue anni

è già una vecchia zitella

la sua morte sarà molto romantica

trasformandosi in oro se ne andrà

per adesso cammina avanti e indietro

in via della Povertà.

 

Einstein travestito da ubriacone

ha nascosto i suoi appunti in un baule

è passato di qui un'ora fa

diretto verso l'ultima Thule,

sembrava così timido e impaurito

quando ha chiesto di fermarsi un po' qui

ma poi ha cominciato a fumare

e a recitare l'A B C

ed a vederlo tu non lo diresti mai

ma era famoso qualche tempo fa

per suonare il violino elettrico

in via della Povertà.

Ci si prepara per la grande festa

c'è qualcuno che comincia ad aver sete

il fantasma dell'opera

si è vestito in abiti da prete

sta ingozzando a viva forza Casanova

per punirlo della sua sensualità

lo ucciderà parlandogli d'amore

dopo averlo avvelenato di pietà

e mentre il fantasma grida

tre ragazze si son spogliate già

Casanova sta per essere violentato

in via della Povertà.

E bravo Nettuno mattacchione

il Titanic sta affondando nell'aurora

nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati

e il capitano grida "ce ne stanno ancora",

e Ezra Pound e Thomas Eliot

fanno a pugni nella torre di comando

i suonatori di calipso ridono di loro

mentre il cielo si sta allontanando

e affacciati alle loro finestre nel mare

tutti pescano mimose e lillà

e nessuno deve più preoccuparsi

di via della Povertà.

A mezzanotte in punto i poliziotti

fanno il loro solito lavoro

metton le manette intorno ai polsi

a quelli che ne sanno più di loro,

i prigionieri vengon trascinati

su un calvario improvvisato lì vicino

e il caporale Adolfo li ha avvisati

che passeranno tutti dal camino

e il vento ride forte

e nessuno riuscirà a ingannare il suo destino

in via della Povertà.

La tua lettera l'ho avuta proprio ieri

mi racconti tutto quel che fai

ma non essere ridicola

non chiedermi "come stai",

questa gente di cui mi vai parlando

è gente come tutti noi

non mi sembra che siano mostri

non mi sembra che siano eroi

e non mandarmi ancora tue notizie

nessuno ti risponderà

se insisti a spedirmi le tue lettere

da via della Povertà.

LE PASSANTI

Io dedico questa canzone

ad ogni donna pensata come amore

in un attimo di libertà

a quella conosciuta appena

non c'era tempo e valeva la pena

di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare

tanto di fretta l'hai vista passare

dal balcone a un segreto più in là

e ti piace ricordarne il sorriso

che non ti ha fatto e che tu le hai deciso

in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio

i suoi occhi il più bel paesaggio

fan sembrare più corto il cammino

e magari sei l'unico a capirla

e la fai scendere senza seguirla

senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese

e che vivendo delle ore deluse

con un uomo ormai troppo cambiato

ti hanno lasciato, inutile pazzia,

vedere il fondo della malinconia

di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante

sarete presto una folla distante

scavalcate da un ricordo più vicino

per poco che la felicità ritorni

è molto raro che ci si ricordi

degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti

è più difficile dimenticarti

di quelle felicità intraviste

dei baci che non si è osato dare

delle occasioni lasciate ad aspettare

degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine

quando il rimpianto diventa abitudine,

una maniera di viversi insieme,

si piangono le labbra assenti

di tutte le belle passanti

che non siamo riusciti a trattenere.

FILA LA LANA

Nella guerra di Valois

il Signor di Vly è morto,

se sia stato un prode eroe

non si sa, non è ancor certo.

Ma la dama abbandonata

lamentando la sua morte

per mill'anni e forse ancora

piangerà la triste sorte.

 

Fila la lana, fila i tuoi giorni

illuditi ancora che lui ritorni,

libro di dolci sogni d'amore

apri le pagine al suo dolore.

 

Son tornati a cento e a mille

i guerrieri di Valois,

son tornati alle famiglie,

ai palazzi alle città.

Ma la dama abbandonata

non ritroverà il suo amore

e il gran ceppo nel camino

non varrà a scaldarle il cuore.

 

Fila la lana, fila i tuoi giorni

illuditi ancora che lui ritorni,

libro di dolci sogni d'amore

apri le pagine al suo dolore.

 

Cavalieri che in battaglia

ignorate la paura

stretta sia la vostra maglia,

ben temprata l'armatura.

Al nemico che vi assalta

siate presti a dar risposta

perché dietro a quelle mura

vi s'attende senza sosta.

 

Fila la lana, fila i tuoi giorni

illuditi ancora che lui ritorni,

libro di dolci sogni d'amore

chiudi le pagine sul suo dolore.

BALLATA DELL'AMORE CIECO

Un uomo onesto, un uomo probo,

tralalalalla tralallaleru

s'innamorò perdutamente

d'una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani,

tralalalalla tralallaleru

gli disse portami domani

il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l'uccise,

tralalalalla tralallaleru

dal petto il cuore le strappò

e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,

tralalalalla tralallaleru

non le bastava quell'orrore,

voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,

tralalalalla tralallaleru

gli disse amor se mi vuoi bene,

tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò,

tralalalalla tralallaleru

e come il sangue ne sgorgò,

correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,

tralalalalla tralallaleru

gli disse lei ridendo forte,

l'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,

e ormai cambiava il suo colore,

la vanità fredda gioiva,

un uomo s'era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento

tralalalalla tralallaleru

ma lei fu presa da sgomento,

quando lo vide morir contento.

Morir contento e innamorato,

quando a lei niente era restato,

non il suo amore, non il suo bene,

ma solo il sangue secco delle sue vene.

SUZANNE

Nel suo posto in riva al fiume

Suzanne ti ha voluto accanto,

e ora ascolti andar le barche

e ora puoi dormirle al fianco,

si lo sai che lei è pazza

ma per questo sei con lei.

E ti offre il tè e le arance

che ha portato dalla Cina

e proprio mentre stai per dirle

che non hai amore da offrirle,

lei è già sulla tua onda

e fa che il fiume ti risponda

che da sempre siete amanti.

E tu vuoi viaggiarle insieme

vuoi viaggiarle insieme ciecamente,

perché sai che le hai toccato il corpo,

il suo corpo perfetto con la mente.

E Gesù fu marinaio

finché camminò sull'acqua,

e restò per molto tempo

a guardare solitario

dalla sua torre di legno,

e poi quando fu sicuro

che soltanto agli annegati

fosse dato di vederlo,

disse: "Siate marinai

finché il mare vi libererà".

E lui stesso fu spezzato,

ma più umano, abbandonato,

nella nostra mente lui non naufragò.

E tu vuoi viaggiargli insieme

vuoi viaggiargli insieme ciecamente,

forse avrai fiducia in lui

perché ti ha toccato il corpo con la mente.

E Suzanne ti dà la mano,

ti accompagna lungo il fiume,

porta addosso stracci e piume,

presi in qualche dormitorio,

il sole scende come miele

su di lei donna del porto

che ti indica i colori

fra la spazzatura e i fiori,

scopri eroi fra le alghe marce

e bambini nel mattino,

che si sporgono all'amore

e così faranno sempre;

e Suzanne regge lo specchio.

E tu vuoi viaggiarle insieme

vuoi viaggiarle insieme ciecamente,

perché sai che ti ha toccato il corpo,

il tuo corpo perfetto con la mente.

MORIRE PER DELLE IDEE

Morire per delle idee, l'idea è affascinante

per poco io morivo senza averla mai avuta,

perché chi ce l'aveva, una folla di gente,

gridando "viva la morte" proprio addosso mi è caduta.

Mi avevano convinto e la mia musa insolente

abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede

dicendomi peraltro in separata sede

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

va bè, ma di morte lenta.

Approfittando di non essere fragilissimi di cuore

andiamo all'altro mondo bighellonando un poco

perché forzando il passo succede che si muore

per delle idee che non han più corso il giorno dopo.

Ora se c'è una cosa amara, desolante

è quella di capire all'ultimo momento

che l'idea giusta era un'altra, un altro il movimento

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

ma di morte lenta.

Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio

lo predicano spesso per novant'anni almeno.

Morire per delle idee sarà il caso di dirlo

è il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.

E sotto ogni bandiera li vediamo superare

il buon matusalemme nella longevità

per conto mio si dicono in tutta intimità

moriamo per delle idee, va bé, ma di morte lenta

ma di morte lenta.

A chi va poi cercando verità meno fittizie

ogni tipo di setta offre moventi originali

e la scelta è imbarazzante per le vittime novizie

morire per delle idee è molto bello ma per quali.

E il vecchio che si porta già i fiori sulla tomba

vedendole venire dietro il grande stendardo

pensa "speriamo bene che arrivino in ritardo"

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

va bè, ma di morte lenta.

E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi

crepate pure per primi noi vi cediamo il passo

però per cortesia lasciate vivere gli altri

la vita è grosso modo il loro unico lusso

tanto più che la carogna è già abbastanza attenta

non c'è nessun bisogno di reggerle la falce

basta con le garrote in nome della pace

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

va bè, ma di morte lenta.

 

CANZONE DELL'AMORE PERDUTO

Ricordi sbocciavan le viole

con le nostre parole

"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",

vorrei dirti ora le stesse cose

ma come fan presto, amore, ad appassire le rose

così per noi

l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,

non resta che qualche svogliata carezza

e un po' di tenerezza.

E quando ti troverai in mano

quei fiori appassiti al sole

di un aprile ormai lontano,

li rimpiangerai

ma sarà la prima che incontri per strada

che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,

per un amore nuovo.

E sarà la prima che incontri per strada

che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,

per un amore nuovo.

 

LA CITTA' VECCHIA

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi

ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,

una bimba canta la canzone antica della donnaccia

quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.

E se alla sua età le difetterà la competenza

presto affinerà le capacità con l'esperienza

dove sono andati i tempi di una volta per Giunone

quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.

Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino

quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino

li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno

a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.

Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere

per dimenticare d'esser stati presi per il sedere

ci sarà allegria anche in agonia col vino forte

porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.

Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone

forse quella che sola ti può dare una lezione

GuidaMacropolis