Preghiera della sera

Al cader della giornata
noi leviamo i cuori a Te,
Tu l'avevi a noi donata
bene spesa fu per Te.

Te nel bosco, nel ruscello
Te nel monte Te nel mar,
Te nel cuore del fratello,
Te nel mio cercai d'amar.

La strofa segreta

"...e se un bel dì l'ASCI risorgerà tutti compatti ci troverà!" La guerra era finita da pochi mesi e il sogno della canzone delle Aquile randagie si avverava. Man mano che le città venivano liberate, immediatamente si ricostituivano ad opera dei vecchi Capi le prime unità e tornavano a sventolare fiamme e guidoni della risorta ASCI.
Così, per il S. Giorgio del 1946 il commissariato regionale lombardo fu in grado di organizzare ad Affori un grandioso raduno che attirò in un'atmosfera di entusiasmo e di fraternità molti Gruppi di altre regioni e persino dalla Svizzera. Fraterno amico, da tanti anni, dell'indimenticabile Baden e di Arnaldo Basini, fui invitato anch'io col Riparto che avevo fondato a Parma nel '45; e sebbene le condizioni dei trasporti fossero ancora molto precarie e difficili, accettai con gioia. Lo stile scout esigeva (non so se l'usanza sopravviva ancora) che chi si reca in visita a un campo porti sempre con sé qualcosa di utile da offrire: sia pure un semplice ramo per il fuoco.

Così pensai di portare al campo dei fratelli milanesi, insieme con le mie quattro squadriglie, qualcosa che durasse più di un po' di legna: portai in dono le parole che avevo scritto poche settimane prima, da cantare sulla melodia della nota canzone friulana: "Ai preat la biele stele". In una notte di veglia forzata, infatti, mi erano venute spontanee e rapide, una dopo l'altra, le tre strofe di quella "Preghiera della sera" che quasi tutti gli scout, almeno parzialmente, cantano al fuoco di bivacco. Dico 'almeno parzialmente' poiché quasi tutte le raccolte di canti scout oggi non riportano la seconda, che è la più bella delle tre strofe di cui è composta la canzone "Al cader della giornata", che Baden gradì moltissimo e che volle inserita subito nel canzoniere "Canti di mezzanotte". La volete riportare sul vostro quaderno di caccia questa povera strofa derelitta?... Eccovela:

Se non sempre la mia mente in Te pura si affissò;
se talora stoltamente da Te lungi si attardò...

io Signor, ne son dolente: Te ne chiedo, o Dio, mercé!
el mio meglio lietamente, io farò doman per Te.

Poi vengono i cieli che sembran prati e il bivacco delle stelle; ma adesso capite, se non la conoscevate ancora, perché questa strofa, a me che la scrissi per voi, sembri più bella delle altre. Voi che ne pensate?

d. Tar (Aquila Azzurra)
da «scout-proposta educativa»

Se non sempre la mia mente
in Te pura s'affissò;
se talora stoltamente
da Te lungi s'attardò,
mio Signore ne son dolente
Te ne chieggo, o Dio, mercè!
Del mio meglio lietamente
io farò doman per Te.

I tuoi cieli sembran prati
e le stelle tanti fior...

Son bivacchi dei beati
stretti in cerchio al lor Signor.

Quante stelle quante stelle
dimmi Tu la mia qual'è'?
Non ambisco la più bella
basta sia vicino a Te!..

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